Attualità - 30 maggio 2019, 07:38

"Vita nova" e "Noi per Voi", alternanza scuola-lavoro: a Finalborgo la cena conclusiva

"Chiuderci nella paura è sofferenza, un autogol senza senso. Umanamente ci fermiamo, invece dobbiamo andare avanti, vogliamo andare avanti"

Un momento musicale della serata

Lunedì 27 maggio “Vita nova”, in collaborazione con “Noi per Voi”, che ha messo a disposizione la sua sede di Finalborgo, ha organizzato una festa-cena conclusiva di un progetto di alternanza scuola lavoro, il cui tema è stato la condivisione.

Come ha spiegato Stefano Catassi, presidente dell’associazione, “Vita Nova” è un progetto nato 10 anni fa a Genova. Dopo essere stato rimasto in sospeso per anni, Stefano, insieme ad alcuni dei soci che l’hanno fatta rinascere, quali Tiziana, Renata e Rosanna, ha deciso di rilanciarlo l’anno scorso, proprio a Finale Ligure.

L’obbiettivo principale dell’associazione è promuovere l’integrazione e la condivisione, attraverso progetti che spaziano dalla cultura, alla valorizzazione del territorio, alla tutela dell’ambiente e al mondo del lavoro. I soci vogliono dare valore a quelle nuove forze presenti sul territorio, sviluppando un tipo di accoglienza e di integrazione che si basa sulla comunicazione all’interno della formazione al lavoro. I progetti realizzati non sono solo culturali, tra cui alfabetizzazione e conoscenza della cultura, ma soprattutto di formazione lavorativa in agricoltura.

Alla cena hanno partecipato una trentina di persone, del luogo e immigrati da Senegal, Gambia, Nigeria, Burkina Faso, India, Eritrea e Moldavia; questi si sono prodigati nella preparazione di piatti tipici, che abbiamo avuto modo di gustare: il Banku, il riso fritto nigeriano e l’insalata di pollo ed ananas moldava. “E’ stata una bella esperienza- sottolinea Stefano – ed è una gioia vedervi tutti qui insieme in questa miscellanea di colori. L’importante è lanciare il cuore oltre l’ostacolo, c’è sempre un motivo per essere felici, per stare bene, per trovare gioia nel fare le cose insieme. La realtà è sempre meglio di quello che ci viene narrato con discorsi vuoti.”

Ad animare la serata, per restare nel tema dell’integrazione e dell’arricchimento reciproco, Souleymane Diabaté al Balafon, strumento tipico dell’Africa Occidentale sub-sahariana, e Giorgio Pesce al contrabbasso, sono riusciti a suonare insieme creando un buon compromesso tra musica occidentale ed africana, tra canti tipici e danze improvvisate. Souleymane, detto “Petit Solo”, è griot (in Africa musicisti di famiglia da generazioni), nonché una figura di spicco del panorama musicale del Burkina Faso. Riconosciuto come uno dei musicisti più promettenti della sua generazione, ha già svolto delle tournée in Europa, tra cui il festival Mama Africa in Italia ed ha rappresentato il Burkina Faso al World Music Festival in Uzbekistan.

Stefano si è soffermato nella descrizione di alcuni dei più importanti progetti organizzati dell’associazione: “Abbiamo avuto l’opportunità di usare un uliveto abbandonato, che abbiamo recuperato grazie all’aiuto dei ragazzi dello SPRAR, con la borsa lavoro concessa dal Comune di Finale Ligure. Abbiamo ripulito il terreno e fatto l’olio, esperienza professionalizzante per i ragazzi – ha continuato il Presidente di “Vita Nova” – oltre a operare sul piano agricolo, lavoriamo su quello culturale, con l’obbiettivo di creare ponti. Di fatto, la nostra esperienza in collaborazione con il Liceo Arturo Issel si chiama proprio “Creare Ponti”, si basa sulla comunicazione e sulla condivisione, sulla messa in risalto delle differenze, ma soprattutto delle similitudini. E’ stata l’idea di uno studente del Liceo, Giorgio Pesce, che noi abbiamo subito sposato. Se ci sono ragazzi che vogliono scambiarsi informazioni e condividere esperienze, noi ci siamo. Abbiamo trovato spazio nella Consulta del Volontariato, la scuola ha approvato e abbiamo realizzato un progetto di didattica, con elementi di storia, diritto ed educazione civica.”

La presentazione del progetto si è conclusa con il discorso di Giorgio, ideatore e punto di forza del progetto e della serata: “L’idea di base è stata mettere in contatto due mondi che a primo acchito possono sembrare diversissimi. Ma abbiamo dimostrato come l’Italia di noi ragazzi sia aperta alla condivisione e all’integrazione. Siamo partiti dallo studiare la storia, la nostra e la loro, dal colonialismo all’occidentalizzazione, per arrivare al come possiamo nel concreto valorizzare il nostro territorio, il quale, è molto più “contaminato” da altre culture di quello che possiamo immaginare. Ci sono castelli bizantini, architetture libiche e piante africane, abbiamo capito che proprio l’incontro tra diverse culture e popolazioni ha creato ed arricchito il nostro paese”.

“La contaminazione tra le differenze è solo ricchezza – ha concluso Tiziana - chiuderci nella paura è sofferenza, un autogol senza senso. Umanamente ci fermiamo, invece dobbiamo andare avanti, vogliamo andare avanti”. 

Redazione