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Attualità | 20 maggio 2019, 14:00

A Vado, grande partecipazione per l’inaugurazione della mostra su Valerio Bacigalupo e il Grande Torino

In preparazione i “martedì granata”, cinque serate evento per accompagnare il periodo di apertura

A Vado, grande partecipazione per l’inaugurazione della mostra su Valerio Bacigalupo e il Grande Torino

A 70 anni dalla tragedia di Superga, avvenuta il 4 maggio del 1949 con lo schianto del trimotore I-ELCE che riportava a casa dalla trasferta di Lisbona i giocatori del Grande Torino, stupisce la palpabile partecipazione delle persone di ogni età e fede – o non fede – calcistica. Sembra che Superga abbia avuta, in tutta la sua straziante oggettività, la forza di riunire un popolo intero: quegli italiani di ieri che uscirono divisi dalla guerra mondiale e dalla resistenza e che parteciparono in 500 mila ai funerali; ma anche noi italiani di oggi.

L’amministrazione comunale ha voluto celebrare il legame mai sciolto con uno dei suoi più illustri concittadini: Valerio Bacigalupo. A precedere il taglio del nastro da parte dell’amministrazione comunale si sono succeduti gli interventi di Elvio Dante, capo settore servizi cultura e sport del comune di Vado Ligure; di Domenico Beccaria, in rappresentanza del Museo del Grande Torino; di Paolo Bacigalupo, nipote di Valerio, figlio di uno dei fratelli (erano 11; 8 maschi e 3 femmine). In rappresentanza del Torino FC ha portato il suo saluto Silvano Benedetti, ex calciatore del Toro cresciuto nel Settore giovanile e ora Responsabile della Scuola Calcio.

Una vicinanza con l’uomo e il campione che la mostra trova attraverso il ricorso alla prima persona. Valerio Bacigalupo ci parla, racconta, stanza dopo stanza, la sua vita; una narrazione che è immersa, inevitabilmente, nel gorgo degli eventi della Grande Storia.

“Il pretesto – spiega Federico Alberto, curatore per Studiowiki – dal quale scaturisce la narrazione sono le quattro statue di Arturo Martini, ospitate proprio nel museo del ‘900 di Villa Groppallo. Far convivere l’arte pittorica e scultorea del Novecento con le gesta e la tragedia del Baci, come veniva chiamato, è stato uno stimolo potentissimo che ha permesso di realizzare una mostra che parlando d’altro parla del calcio e viceversa. Le statue di Martini rappresentano le allegorie della Guerra, del Sacrificio, della Storia e della Vittoria. Nasce così quasi naturalmente un percorso non cronologico attraverso i temi che hanno contraddistinto la vita del grande portiere degli Invincibili”.

Immersiva e affascinante la prima stanza: siamo sull’aereo, sono le 16.49, mancano 15 minuti allo schianto. Valerio pensa e nel buio sullo schermo si materializzano le immagini. Poi viene la Guerra, anni duri per tutti, anche per Valerio che passava dal Vado FBC alla Cairese per approdare – nell’anno ’44-’45 – al Genova 1893 in prestito dal Savona, squadra nella quale militava.

Segue il Sacrificio. Sono gli anni del fascismo, dalla nascita - avvenuta a Vado nel 1924 - sino alla fine degli anni Trenta. Si termina con la Storia e la Vittoria. 1945-1949: la Torino post bellica, i quattro scudetti, la nazionale di Vittorio Pozzo: i rigori parati, le uscite tanto spericolate quanto acrobatiche. È il personale contributo di Valerio Bacigalupo al calcio di “sistema” sopra quello di “metodo” voluto dall’allora presidente del Torino Ferruccio Novo, magistralmente interpretato dal grande allenatore magiaro di origini ebree Egri Erbstein.

La mostra si chiude con la Morte tragica e la cristallizzazione di quella leggendaria squadra nella memoria collettiva nutrita dal Mito.

Commossa la testimonianza che ci ha voluto inviare per l’occasione Guido Vandone, il portiere della Primavera del Torino che scese in campo con tutta la seconda squadra nelle quattro partite che restavano da giocare per terminare il campionato 1948-1949. “Il pareggio a Milano con l’Inter per 0-0 del 30 aprile ‘49 – proprio il giorno prima di partire per la trasferta di Lisbona che non li avrebbe visti tornare a casa – aveva di fatto consegnato al Torino anche questo quinto scudetto consecutivo. La Federazione, decidendo di assegnare lo scudetto al Grande Torino ratificava una situazione di fatto. Nelle ultime quattro partite, dove per fair play anche gli avversari schierarono le seconde squadre, noi giovani della Primavera onorammo con il bel gioco gli scomparsi di Superga. Il 15 maggio ‘49, scendemmo in campo per la prima volta in Serie A. Lo Stadio era il Filadelfia di Torino, il tempio degli Invincibili, dove erano rimasti imbattuti per cento giornate consecutive. Affrontavamo il Genoa. Abbiamo pianto tutti”.

Così Valeria Morando, art director della mostra: “la parola chiave è commistione tra l’alto e il basso: pop, calcio, Grande Storia, citazioni letterarie, sino a scomodare addirittura Heidegger, si affastellano in un percorso che può essere goduto con una pluralità di livelli di lettura differenti”.

Oltre al materiale fornito dalla Famiglia Bacigalupo e dall’Associazione memoria storica Granata che gestisce il Museo del Grande Torino di Grugliasco, la mostra presenta alcune video testimonianze di savonesi che conobbero Bacigalupo curate da Elisa Di Padova che sottolinea come “la raccolta di materiali e testimonianze delle persone continuerà fino ad agosto. È possibile scrivere a raccontami@iovalerio.it”.

In preparazione “i martedì granata”, cinque serate evento unite dalla forma del teatro-narrazione che si svolgeranno a Vado nei mesi di giugno, luglio e agosto.

La mostra, fortemente voluta e interamente finanziata dal Comune di Vado Ligure, è a ingresso libero e resterà aperta sino al prossimo 14 agosto. Tutte le informazioni e gli orari sul sito www.iovalerio.it

Con il patrocinio della FIGC e del Torino FC. Media partner: “La Stampa” e “Tuttosport”. Media supplier “mentelocale.it”. Ricerca storica, curatela, direzione artistica, progettazione sono dello Studiowiki di Savona.

 

 

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