Eventi - 30 marzo 2019, 11:17

Mostra in omaggio a Anton Giulio Barrili nella sede della Provincia

Inaugurazione e annullo postale il 6 aprile 2019 dalle ore 16,00 alle ore 19,00

Mostra in omaggio a Anton Giulio Barrili, con annullo postale, dal 6 aprile al 15 aprile 2019 presso Sala mostre Nervi del Palazzo della Provincia di Savona. Inaugurazione e annullo postale il 6 aprile 2019 dalle ore 16,00 alle ore 19,00

Anton Giulio Barrili (1836-1908) visse gli stessi anni di Giouse Carducci (1835-1907) e di Giuseppe Cesare Abba (1838-1910): erano legati dalla stessa matrice del patriottismo, del garibaldismo, dalla tempra morale intransigente verso le deviazioni e i machiavellismi del mondo politico della Terza Italia. Barrili fu collaboratore del Carducci ai tempi della “Cronaca Bizantina” e del grande poeta ebbe il tono oratorio e il ritmo della prosa in certi discorsi celebrativi. Il Comune di Savona lo ricordò dopo molti lustri di oblio nel 1989, a cura di Emilio Costa, Giulio Fiaschini. F. Surdich, E. Villa, G.L. Bruzzone e altri e 29 anni da quella data e a n. 110 anni dalla morte del Barrili l’Associazione “Aiolfi” di Savona, su idea e ricerche di Silvia Bottaro, ha pensato di avvicinarci nuovamente al mondo barilliano, non con un convegno, ma con un “omaggio” fatto di colore, forme, emozioni grazie alla creatività di n. 33 artisti, associati “Aiolfi” che ringraziamo coralmente e che sono:

Ivo Antipodo, Emilio Beglia, Luciana Bertorelli, Lucia Bracco, Maria Paola Chiarlone, Milly Coda, Giulio Cosso, Lucia Curti, Lara Del Pizzo, Maria Giulia Drago, Paola Failla, Cesare Ferracane, Alessandro Fieschi, Silvia Fucilli, Laura Gabelloni, Carlo Giusto, Rosanna La Spesa, Cristina Mantisi, Teresa Marsupino, Renata Minuto, Giacomo Molinelli, Gianni Nattero, Gianni Pascoli, Vittorio Patrone, Giancarlo Pizzorno, Enrico Pollero, Enrico Protti, Mariella Relini, Stefania Salvadori, Maria Rosa Scerbo, Nani Tedeschi, Giuseppe Trielli, Lilia Viriglio.

Tra i numerosi titoli dei romanzi del Barrili ho scelto L’Olmo e l’edera”(1869) perché racchiude la serena concezione artistica dell’Autore: “… facile è lo inventare… difficilissimo poi dare alle proprie invenzioni la evidenza del vero…Io… non rallegrato che da una scarna vena di fantasia…, ho pigliato da un amico il savio consiglio di non dipingere mai se non quello che ho veduto, di non scrivere se non quello che m’è rimasto impresso nella memoria, de’ casi miei, od i quelli degli altri”. Nel suo narrare Barrili cerca sempre la visione della realtà, l’approdo ad essa attraverso il filtro dell’invenzione. Ciò mi pare molto vicino o avvicinabile al sentire del pittore, dell’artista e molte pagine dei suoi romanzi hanno il sapore di una pennellata, l’emozione di una musica: Barrili sentì molto il fascino della musica di Verdi e scrisse molto sul musicista (1892). Frequentava i teatri e affermava di sentir la musica “una cosa bella, anzi divina, consolatrice e ispiratrice delle moltitudini”. Croce negava i valori delle sue pagine, salvava solo quelle dedicate alle vicende garibaldine, in quanto vedeva in Barrili il romanziere della borghesia, di un pubblico femminile che voleva quiete e pace dopo le temperie risorgimentali. IL 11.6.1906 Barrili scriveva a Croce, lui ufficialmente giubilato con all’attivo n. 70 romanzi in gran parte molto fortunati (editi da Treves e Sommaruga), alcuni tradotti, la stroncatura di Croce, più giovane di lui di n. 30 anni lo faceva sorridere. Ha sempre avuto un tono sincero nella narrativa, non ha mai cambiato strada e quindi ha sempre vinto la coerenza e l’onestà intellettuale, parlava di se con ironia e diceva che non poteva scrivere nulla che sua madre non potesse leggere, sempre osservante dei principi etici e pedagogici ricevuti dalla scuola calasanziana di Carcare, fondata da S. Giuseppe Calasanzio nel 1621. Le sue pagine dedicate a Garibaldi e alla Battaglia di Mentana che lo hanno visto protagonista sono tra le migliori quel credere agli ideali. Altre pagine importanti sono quelle rivolte all’avventura, al viaggio a Colombo: il 12 ottobre 1892 a Genova tenne il discorso di chiusura delle celebrazioni colombiane esaltando colui che per primo “ mosso da una sua nozione, quasi rivelazione interiore, della forma della Terra, veleggiò fiducioso ad un nuovo continente, passando tra gli scherni della mezza dottrina, tra i terrori della universale ignoranza” (Voci dal passato1881-1907). Amico dei pittori che vennero in Val Bormida, pittori quali Ernesto Rayper, Alfredo D'Andrade, Serafino De Avendaño, Benedetto Musso (per citarne alcuni) lo rende, ancora, quanto mai significativo per il dialogo che seppe fare tra letteratura, pittura e bellezze paesaggistiche, nel nome della libertà e della conoscenza, valori sempre attuali e da valorizzare: questo è l’intendimento di questa mostra d’arte contemporanea, certamente non facile come tematica, ma stimolante proprio per cercare da un lato di conoscere meglio Barrili e dall’altro “commentarlo” con colori, luci, forme veriste o astratte e i nostri artisti ben ci sono riusciti. riprese, più volte, le bellezze della Valle Bormida.

Citiamo le parole di Alberto Malatesta, tratte dal suo libro “Ministri Deputati e Senatori d’Italia dal 1848 al 1922”, Tosi ed., Roma, 1946, p.82: “… eletto deputato in Albenga nella XII legislatura. Partecipò alla battaglia di Mentana. Fondò “Il Caffaro” di Genova; fu romanziere, conferenziere e commediografo brillantissimo. Guido Baccelli lo chiamò a coprire la cattedra di letteratura italiana all’Università di Genova, dove fu per due anni Rettore Magnifico…”.

Molte Città italiane hanno dedicato al Barrili l’intitolazione di strade, di istituzioni (si veda a Savona la civica Biblioteca) così a Millesimo, Genova, dove riposa nel cimitero di Staglieno, a Roma (la strada che porta il suo nome si trova presso la stazione di Trastevere, si veda la deliberazione del Consiglio Comunale di Roma sessione straordinaria del 16.12.1921, p.107), a Torino (Deliberazione città di Torino del 10.2.1926, p. 5, la via è sita in Borgo S. Secondo). Anche altri Comuni lo hanno ricordato (Finale Ligure, Alassio, Milano), almeno così risulta dagli atti e le ricerche in tal senso sono ancora in corso. In un suo discorso svoltosi nella sessione della Camera dei Deputati in Roma nella tornata del 28.11.1876 (Atti parlamentari, Camera dei Deputati, sessione 1876-77, tornata del 28.11.1876, VII, presidente Crispi) il Barrili cita un verso di Ugo Foscolo “Ov’io siedo e sospiro” per parlare della libertà “quella libertà che deve ringiovanire ogni ragione di cose in Italia…”.

La Poetessa Gabriella Gasparini ci aiuta a “leggere” la coerenza tra le opere esposte e il Barrili avendo tratto dal romanzo “Amori alla Macchia” alcuni stralci barriliani particolarmente interessanti.

comunicato stampa