E' arrivata a un punto di svolta nell'inchiesta bis sui falsi report relativi alle condizioni di cinque viadotti autostradali, nata dalle indagini sul crollo del ponte Morandi.
I magistrati hanno indagato Michele Donferri Mitelli, in qualità di ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade, visto che recentemente è stato trasferito ad altro incarico, e l'amministratore delegato di Spea, la società controllata del gruppo Atlantia che si occupa delle manutenzioni: l'ipotesi di reato è quella di truffa.
Nel registro degli indagati erano già finiti per questo filone di inchiesta anche 12 persone tra tecnici e ingegneri di Spea, oltre ad alcuni dirigenti apicali di Autostrade della Puglia. I nuovi nomi degli indagati tuttavia indicano come gli inquirenti ritengano che Aspi potesse sapere delle alterazioni nei report sull'integrità strutturale dei viadotti.
L'indagine riguarda altri cinque viadotti in stato critico tra cui il 'Paolillo' in Puglia, il 'Pecetti' e il 'Sei Luci' a Genova, il Moro in A14 e il Gargassa in A26: dai riscontri ottenuti dalle fiamme gialle genovesi sembrerebbe che i risultati degli esami tecnici sarebbero stati "edulcorati". In particolare i tecnici di Spea avevano raccontato agli inquirenti che i report "talvolta erano stati cambiati dopo le riunioni con il supervisore Maurizio Ceneri (ingegnere di Spea, indagato nella inchiesta principale sul crollo del Morandi e in questa seconda indagine) mentre in altri casi era stato Ceneri stesso a modificarli senza consultarsi con gli altri".