E’ il porto di Savona, al quale i volontari della Protezione Animali hanno dato il nome dopo che, sistematicamente ogni anno, vi soccorrono spesso animali selvatici feriti, tra cui beccacce.
Malgrado il porto sia spesso congestionato dal traffico veicolare e marittimo, dalla presenza di operatori, passeggeri e merci, gli animali selvatici vi si fermano frequentemente e addirittura alcune specie, come gabbiani reali e comuni, aironi e cormorani, gheppi e falchi pellegrini, lo abitano stabilmente.
Ma la beccaccia è l’ultimo degli uccelli che si pensa possa fermarsi in un porto: infatti ha abitudini crepuscolari, vive e nidifica in boschi fitti ed isolati, dove scava nei terreni umidi e fruga tra le foglie in cerca di prede (larve, insetti e vermi).
Eppure, come accade sistematicamente da anni, i volontari dell’Enpa, su segnalazione di alcuni portuali, ne hanno recuperato uno, con un’ala ferita, che si era rifugiato in una barca; e dopo le cure sarà giocoforza liberarlo in porto.