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Attualità | 09 marzo 2019, 08:40

Savona, preoccupati i sindacati sulla condizione del porto, ma il presidente Signorini stigmatizza: "Criticità sotto controllo"

Dopo lo sciopero dello scorso maggio i lavoratori e i sindacati potrebbero scendere di nuovo in piazza contro l'autoproduzione

Savona, preoccupati i sindacati sulla condizione del porto, ma il presidente Signorini stigmatizza: "Criticità sotto controllo"

"Abbiamo incontrato la Compagnia e contiamo che non ci siano rischi, lavoreremo come stiamo facendo a Genova dove la situazione di precarietà dal punto di vista finanziario è più significativa rispetto a Savona, ci sono alcune criticità ma sono sotto controllo".

Il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini ieri in visita in comune per un colloquio con il sindaco Ilaria Caprioglio sul tema della spiaggia del Prolungamento e di Zinola, ha trattato anche il tema della difficile situazione del porto di Savona, dopo gli sfoghi dei sindacati che hanno denunciato una condizione più che precaria dei lavoratori, ma le risposte sembrano non arrivare stigmatizzate come problema minore rispetto a Genova.

Una quasi totale assenza di ricambio generazionale e quindi posti di lavoro per i giovani e le difficoltà per chi è attualmente impiegato sono molteplici, complici anche i rallentamenti della competitività del porto e i danni della mareggiata.

"Una regia unica per un porto unico è un progetto ambizioso, ma la sua realizzazione è ancora nei fatti ostacolata sia da meccanismi burocratici che da una vera e propria sindrome di appartenenza e di difesa dal ‘nuovo che avanza’. L’importanza strategica di un porto è innegabile soprattutto nel ponente Savonese dove la disoccupazione è ormai strutturale e dove l’unica prospettiva di sviluppo futuro è rappresentata dalla piattaforma Maersk ipotecata più volte dalla politica e tirata in ballo in ogni occasione come se potesse da sola risolvere un problema che nel corso degli ultimi anni si è ingigantito e che non è stato mai considerato una priorità" spiegava il segretario regionale Uiltrasporti Franco Paparusso qualche giorno fa.

"L’organico porto strumento che permetterebbe di valutare e di tutelare la situazione occupazionale e il fabbisogno lavorativo reale non ha ancora preso corpo tra rallentamenti e riunioni inconcludenti, l’art.15 bis che contiene termini oramai dimenticati come formazione, ricollocazione e riconversione dei lavoratori inidonei alla mansione, i prepensionamenti dei lavoratori delle Compagnie Portuali, tutto questo non è stato ancora attuato anche se è già legge dello Stato, abbiamo inoltre in corso il rinnovo del contratto nazionale dei porti nel quale riteniamo essenziale la creazione di un fondo che preveda la fuoriuscita anticipata di tutti i lavoratori del porto. Tutto questo ad oggi risulta ignorato" ha dichiarato Pier Francesco Bossi, coordinatore porto Uiltrasporti.

Sul tema dell'unificazione dei porti di Genova e Savona è intervenuto a gamba tesa anche il direttore dell'Unione Industriali Alessandro Berta: "La riforma delle Province ha creato ulteriori problemi e ha svuotato le Province sia di risorse umane sia di risorse materiali - ha proseguito il direttore dell'Unione Industriali Savona - con l'unificazione dei porti ha fatto anche lì qualche danno perché in realtà non ha dato sufficienti risorse ai porti per poter gestire una complessità di questo tipo: i porti sono diventati fondamentalmente delle prefetture anziché fare il loro compito che è un compito di promozione economica, sono ingessati e quindi hanno dei grossi problemi di gestione".

Un'altra problematica che versa all'orizzonte, già affrontata in uno sciopero lo scorso 11 maggio, è quella dell'autoproduzione e i sindacati e i lavoratori sono già sul piede di "guerra" pronti ad incrociare le braccia con un'ulteriore manifestazione. (leggi QUI)

Luciano Parodi

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