Anche Multedo, come molte altre piazze del Ponente cittadino, avrà la sua panchina rossa. Il simbolo della lotta alla violenza di genere, alle discriminazioni, all’orrore dei femminicidi.
Sarà una delle nuove sedute installate qualche mese fa presso i Giardini John Lennon da parte del Municipio VII Ponente. La richiesta di una panchina rossa è arrivata in piazza Gaggero, al presidente Claudio Chiarotti e all’assessore alle Pari Opportunità Silvia Brocato direttamente dall’Associazione Comitato di Quartiere di Multedo. “Ci tenevamo molto - afferma il presidente Sergio Di Antonio - Occorre sempre essere sensibili e non distogliere mai l’attenzione rispetto a questi importanti temi. Siamo contenti che questa inaugurazione avvenga alla vigilia della Festa della Donna”.
L’appuntamento, infatti, è per domani pomeriggio (giovedì 7 marzo) alle ore 17. Oltre ai membri del comitato e a rappresentanti del Municipio VII Ponente (Chiarotti e Brocato), sarà presente la scrittrice Deborah Riccelli, da sempre impegnata nel sociale, sia per lavoro che per vocazione, e fondatrice di un’associazione onlus che si occupa del supporto psicologico e legale delle vittime di violenza e dell’elaborazione del lutto dei familiari delle vittime di femminicidio. Tutta la cittadinanza è invitata.
La Riccelli presenterà per l’occasione il suo libro ‘Mille e più farfalle’, edito da Erga, e leggerà un monologo che ha appositamente scritto per l’inaugurazione della panchina rossa (e delle molte altre che inaugura in giro per tutta l’Italia): ‘I mostri accanto’.
“Mi fa molto piacere - afferma Silvia Brocato - che la richiesta della panchina rossa sia nata dai cittadini, in particolare dall’Associazione Comitato di Quartiere di Multedo. Come Municipio abbiamo subito aderito volentieri alla proposta, pertanto colgo l’occasione di ringraziarli. La presenza di Deborah Riccelli poi, che è un personaggio simbolo nella lotta alla violenza di genere, conferisce ancor più significato a questo momento. Sono situazioni che vanno molto oltre al loro valore simbolico e alle quali il Municipio crede in maniera convinta”.
Deborah Riccelli, pegliese, è da sempre molto attiva nel campo della cultura e del sociale. Il suo ultimo libro, ‘Mille e più farfalle’, contiene quattro racconti. Quattro vite di bambine che, seppur brevi, hanno lasciato un segno indelebile nella vita di chi resta. Ma la Riccelli è anche autrice per il teatro: tra gli altri, il suo spettacolo ‘Nessuno mai potrà + udire la mia voce’ ha ottenuto il sold-out in teatri come il Carlo Felice di Genova e il Teatro del Casinò di Sanremo.
“Molti mi conoscono a Ponente in quanto sono presente allo sportello del Centro Antiviolenza presso il Municipio di Pegli, ospite dell’Associazione Donne Insieme. Qui incontro le donne e le ragazze bisognose di aiuto, ma anche i familiari delle persone vittime di femminicidio. Situazioni spesso molto delicate: bambini la cui mamma è stata uccisa dal papà e che vivono nel terrore. Molti hanno pure visto la scena e hanno paura che il padre, una volta uscito di prigione, torni a uccidere anche loro. In questo contesto i nonni assumono un connotato ancor più eroico: si devono sobbarcare tutto, anche economicamente, oltre al fatto che non hanno la possibilità di elaborare liberamente il proprio lutto. Sono contesti nei quali il supporto psicologico qualificato è fondamentale”.
La panchina rossa nasce con l’intento di far riflettere: “Chi vi si siede sopra, è indotto a pensare che qualcun altro non vi si possa più sedere, in quanto è stato ucciso. Si lancia un pensiero alle vittime, a tutte le donne che non possono più parlare, esprimersi, vivere. Bisogna che nascano sensibilità differenti, per questo è importante parlare di questi temi sin dal mondo della scuola, come cerco di fare durante la mia attività”.
È un lavoro lento ma costante e che porta i suoi frutti, anche in contesti dove ci si aspetterebbe meno propensione all’ascolto: “Ci sono culture, presenti insieme alle nostre, dove la donna è meno emancipata. Ma sono proprio questi ragazzi a prestare maggiore attenzione, a essere spesso più sensibili. La lotta contro le violenze di genere non deve avere etichette. Dev’essere universale e trasversale”.
Se ne parla mai abbastanza? “Secondo me, se ne parla spesso male. Non basta mettersi una maglietta rossa, farsi un selfie e via. Molti politici si comportano così. Ma in questo modo non serve a niente. Una rivoluzione delle menti e del modo di pensare si compie giorno dopo giorno, non tramite iniziative a spot”.
La panchina rossa è proprio questo: l’elemento statico per eccellenza nell’arredo urbano, che però si trasforma in dinamicità di riflessioni ed emozioni. Anche restando seduti, siamo essere pensanti e intelligenti, non dimentichiamolo mai.