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Sanità | 04 marzo 2019, 16:30

Sanità a 360°, se ne parla con Sonia Viale: dall’affidamento ai privati della gestione degli ospedali pubblici, alle pubbliche assistenza in "pericolo di vita" e i centri salute

Ecco tutte le risposte dall’assessore e vicepresidente della Regione che ad Albenga parla di sanità e di tematiche che riguardano tutto il territorio

Sanità a 360°, se ne parla con Sonia Viale: dall’affidamento ai privati della gestione degli ospedali pubblici, alle pubbliche assistenza in "pericolo di vita" e i centri salute

La vicepresidente della Regione Liguria Sonia Viale oggi era ad Albenga in sostegno a Gerolamo Calleri Sindaco (LEGGI QUI). Abbiamo approfittato per fare con lei Assessore alla sanità in Liguria, il punto della situazione su tematiche che hanno preoccupato, ed in parte preoccupano ancora, i cittadini.

Dall'affidamento a privati della gestione di ospedali pubblici, arrivando poi a parlare di pubbliche assistenze che rischiano di dover chiudere se venisse loro tolto l’affidamento di servizi di trasporto non di emergenza, per arrivare poi a parlare dei Centri Salute.

Afferma Sonia Viale sugli ospedali: “Fin dall’inizio del nostro mandato una delle criticità evidenziate dalla popolazione che abita vicino a ospedali importanti come Albenga, Cairo e Bordighera, era quella di riaprire il pronto soccorso. Questo non è soltanto avere la risposta h24 a bisogni di emergenza, ma è garantire la riapertura dell’Ospedale nella sua piena funzionalità, cosa che con un punto di primo intervento non riesce ad essere garantita a pieno viste le problematiche legate alle risorse umane - ma è un problema nazionale e certamente non solo ligure - di risorse economiche, di ottimizzazione ed attribuzione di identità ad ogni ospedale. È palese che non si possono avere tutte le cure sotto caso, bisogna avere una identità in ogni ospedale in modo tale che ci siano le cure migliori garantite a tutti sul territorio visto a livello comprensoriale. Devo dire che facendo una panoramica come Giunta abbiamo individuato come soluzione la gestione privata dell’ospedale pubblico. La preoccupazione dei cittadini non deve esserci. Gli ospedali interessati da questa sorta di rivoluzione rimangono pubblici, quindi è sanità pubblica. Dobbiamo sicuramente, e siamo in grado di farlo, effettuare dei controlli affinché vengano rispettati i contratti che dovranno essere siglati. C’è stata l’aggiudicazione definitiva e prima di compiere gli atti successivi devono ancora decorrere alcuni giorni, ma sicuramente incontreremo i sindacati perché un’altra condizione per questa operazione era la salvaguardia dei posti di lavori nel comparto pubblico. Tutti i lavoratori dell’ospedale di Albenga e degli altri ospedali rimarranno nel comparto pubblico ed avranno la garanzia del loro mantenimento all’interno dell’Asl". 

Sulle pubbliche assistenze: “La rivoluzione in questo caso è meno gradita, ci siamo ritrovati - come Regione Liguria - a dover rispettare una legge Nazionale ed Europea e una sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito che alle pubbliche assistenze l’affidamento diretto poteva soltanto essere quello relativo al soccorso in emergenza e non quello ordinario. Questo per la nostra realtà ligure che è fatta di tante realtà anche piccole, ma importantissime, nell’entroterra, ha rappresentato un punto di difficoltà. Come fare a farle sopravvivere e vivere con queste leggi nazionali ed europee? Io devo dire che stiamo lavorando molto bene con le rappresentanze delle pubbliche assistenze, la CRI l’ANPAS e il CIPAS. Alivello regionale abbiamo due tavoli di lavoro proprio per rispettare, da un lato le norme e, dall’altro la nostra realtà ligure. Sono fiduciosa di un ottimo risultato”.

Un’altra tema ampiamente discusso quello relativo alla sopravvivenza dei Centri Salute: Il destino dei centri salute parte da una fotografia di un impianto costruito dalla precedente amministrazione regionale non solido. Una sperimentazione deve avere un inizio e una fine come dice la parola stessa. Doveva avere anche un percorso di verifica intermedio che non era stato fatto. Io ritengo che le cose buone – partiva, infatti, da una esigenza reale dei cittadini – debbano essere accompagnate da percorsi amministrativi adeguati. Non potevano essere affidati senza gara determinati percorsi, non devono essere pagati due volte gli stessi servizi  - perché alcune attività erano già pagate al settore della medicina del territorio – e quindi abbiamo messo in sicurezza la situazione ripristinando il rispetto delle regole amministrative e, successivamente,  con i centri salute l’Asl ha pensato al mantenimento dei servizi che questi curavano con un giusto riparto di spese e competenze e con il coinvolgimento anche dei comuni”.

Mara Cacace

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