Un no secco e deciso, senza possibilità di trattativa. Un no ripetuto, per adesso (ma il numero è destinato a salire), la bellezza di 5277 volte. Tante sono le firme in calce alla petizione per fermare l’ipotesi di un trasferimento dei depositi costieri di Carmagnani e Superba da Multedo al porto container di Pra’, realizzando un ulteriore riempimento accanto al Sesto Modulo. Ma anche per eliminare per sempre, da tutto il Ponente, i depositi stessi, liberando il quartiere che attualmente li ospita da una servitù che dura da più di cinquant’anni.
Le firme sono state depositate ieri, in occasione del Consiglio Municipale del VII Ponente, ma subito dopo la sottoscrizione è stata riaperta. Il tema del depositi costieri, della sicurezza e della sostenibilità ambientale è stato il grande protagonista nella seduta di ieri del ‘parlamentino’ di piazza Gaggero a Voltri.
Al termine dei lavori, è scaturita una mozione firmata, oltre che dai gruppi di maggioranza Partito Democratico, Lista Crivello e A Sinistra, anche dal Movimento 5 Stelle. A votare sì, pure Chiamami Genova. Il centrodestra, invece (Lega, Forza Italia e Vince Genova), si è astenuto.
Il testo, molto esteso e assai dettagliato, richiama il presidente della giunta municipale Claudio Chiarotti e la stessa giunta ad attivarsi presso le sedi competenti per chiedere “il rispetto degli accordi”. E invita tutti i consiglieri a scendere in piazza, effettuando sotto a Palazzo Tursi (sede del Comune) o sotto a Palazzo San Giorgio (sede dell’Autorità Portuale) la prossima seduta del Consiglio Municipale.
“La mozione - affermano Ugo Truffelli del Partito Democratico, Filippo Bruzzone di A Sinistra, Giovanni Battista Sacco della Lista Crivello e Massimo Currò del Movimento 5 Stelle - chiarisce l’indisponibilità del Municipio ad accettare ogni tipo di nuovo riempimento che modifichi la posizione concordata tra territorio e istituzioni negli ultimi 25 anni, e ribadita nel 2016 da documenti approvati anche dai Consigli Comunale e Regionale: assoluta inderogabilità del confine di levante del profilo del Sesto Modulo. Si ribadisce allo stesso modo la necessità di delocalizzare Carmagnani e Superba dall’abitato di Multedo per restituire quegli spazi alla città, come previsto e ribadito dal PUC adottato dal Comune di Genova nel 2015. Una proposta come quella formulata - oltre a negare per la prima volta gli accordi sui confini del Porto - prevederebbe dei tempi di realizzazione talmente lunghi (il processo di progettazione, autorizzazione e realizzazione) da non rispondere alla necessità di liberare in tempi brevi e certi Multedo dalla presenza dei depositi e restituire alla città quegli spazi”.
Secondo i consiglieri inoltre, “la proposta presenta dei profili di insicurezza per quel che riguarda la compatibilità col funzionamento del principale terminal container dell’Alto Tirreno, oltre che a porre i depositi troppo vicini alle case di Pegli Lido e interferendo col canale di calma dove si trova il campo internazionale omologato di canottaggio. Tempi così lunghi lasciano oltretutto nella precarietà riguardo al futuro anche i lavoratori delle due società, e inoltre non tengono in conto la necessità di bonifica di quegli spazi a vantaggio di Multedo che non può che essere assicurata se non all’interno di un progetto coerente”.
Da qui, l’affondo: “Il Consiglio di Municipio, come già fatto in passato, si riunirà per la prossima seduta ‘in piazza’ sotto Palazzo Tursi o Palazzo San Giorgio: visto che il sindaco ha ignorato da quasi due anni le richieste del Municipio e su questo tema sindaco e presidente di Autorità di Sistema Portuale si sono mossi ignorando il Municipio, sarà il Consiglio ad andare sotto le loro finestre a chiedere chiarezza e risposte, invitando tutti i cittadini del Ponente a partecipare e a unirsi. In quella sede il Municipio consegnerà oltre al testo della mozione anche le firme raccolte”.
Intanto, sempre ieri, il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini ha risposto ad Aldo Spinelli. L’imprenditore aveva sostenuto che i depositi debbano restare dove sono. Secondo Mondini invece, “non si può derogare alla delocalizzazione di Carmagnani e Superba, promessa vent’anni fa. Si deve andare avanti. È in diversi piani regolatori e nel piano triennale presentato dall’Autorità di Sistema Portuale che prevede venti milioni di investimenti per questo”.
Precisando che non si tratta di attività inquinanti, Mondini ha anche aggiunto: “Su dove spostarli non mi pronuncio, capisco che trovare una localizzazione è un problema. Però l’azienda a suo tempo aveva presentato un progetto per trasferirsi sotto la Lanterna in previsione della chiusura della centrale Enel ed era già stato avviato un iter amministrativo. Riattivarlo su un’altra area potrebbe richiedere anni e anni. Se c’è un altro spazio va bene, ma i tempi sono stretti”.