Ha inaugurato il TedXGenova 2019 con un’esibizione a sorpresa che ha sbalordito tutti, lanciando della sabbia, all’improvviso, su una modella. Il risultato finale? Uno scatto fotografico unico, dal quale il soggetto risulta vestito con un abito, appunto, di sabbia. In Italia non ha eguali e si tratta di Andrea Facco, fotografo genovese che di recente ha vinto il Nikon Talents 2018 grazie alla tecnica, tutta particolare, con cui realizza “abiti di luce”, ma anche di pasta, caffè, verdura e vernice. Mentre le sue panoramiche verticali di architetture avevano già vinto alcuni anni fa il premio nazionale Nikon. E intanto riprende la Via Lattea dalla costa ligure con una macchina modificata apposta.
Come realizzi le foto con gli abiti di materiali diversi?
“L’idea è quella di coprire il corpo del soggetto con il materiale che scelgo. Per farlo dobbiamo essere in due, è un lavoro di squadra durante il quale uno lancia il materiale e l’altro scatta la foto. Il lancio è su ogni punto del corpo e una volta realizzati tutti gli scatti, seleziono quelli riusciti meglio e li monto usando Photoshop”.
Come ti è venuta l’idea?
La tecnica in origine è stata inventata da Aurum Light, che, però usa solo il latte. La sua idea mi ha incuriosito e ho iniziato a studiarla e provarla per poi distaccarmene col tempo, realizzando scatti diversi, con materiali differenti e creando opere che hanno un altro effetto visivo finale. Anche l’ambientazione cambia e le mie foto sono in interno ed esterno, per esempio ho realizzato alcuni scatti a Palazzo Reale con i vestiti di carta, che sembrano di Carnevale, ma anche in un bosco, con l’abito di foglie. E i vestiti sono lunghi, corti, tubini, gonne larghe e così via.
Ci sono evoluzioni o altre versioni di questa tecnica?
L’ultima versione è quella con i segni zodiacali, realizzati lanciando vernice bianca.
E con quale tecnica realizzi gli “abiti di luce”?
Ho sviluppato la tecnica per gli “abiti di luce” alcuni anni fa; in luoghi completamente bui uso una fonte luminosa, che può essere un neon o una barra led, proiettata sul corpo del soggetto, sul cui viso uso il flash e faccio gli scatti. Sono tecniche che uso per divertirmi, ma anche farmi conoscere.
A proposito di luoghi bui, realizzi scatti del cielo molto suggestivi.
Sì, ultimamente buona parte del tempo la dedico alla foto notturna della Via Lattea vista dalla costa ligure; è una cosa difficile a causa dell’inquinamento luminoso. Infatti uso una macchina fotografica in parte autocostruita: ho modificato il sensore, che è la parte principale che riprende le emissioni di luce, e ne ho sostituito una parte con una più reattiva all’emissione infrarossa, che è quella emessa dalle stelle. Quindi la macchina ora è più reattiva alla visione dei colori e delle forme anche delle nebulose e della Via Lattea stessa. Sul territorio ligure non lo fanno tutti, ma non sono il solo.