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| 26 febbraio 2019, 18:00

Pegli, il Tar ferma nuovamente il porticciolo. Infuriano le polemiche

Il Comitato Risveglio esulta, ma finisce nel mirino degli altri cittadini. Brocato: “Riqualificare la zona poteva essere un deterrente per impiantare in porto i depositi costieri”. Avvenente: “Visione miope da parte di pochi”. Fanghella: “Il progetto andrà avanti in ogni caso”

Pegli, il Tar ferma nuovamente il porticciolo. Infuriano le polemiche

Sta prendendo nuovamente quota a Pegli il ‘caso porticciolo’. Un argomento che, ormai ciclicamente, scalda la delegazione da più di dieci anni a questa parte.

La notizia più recente è una sentenza del Tar che di fatto dà ragione al Comitato Risveglio e dice che la procedura è completamente da rifare. Tutto fermo quindi, ma in un contesto decisamente cambiato. A Pegli Lido lo sanno bene, perché è di stretta attualità l’ipotesi, annunciata dal sindaco di Genova Marco Bucci e dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini, di collocare presso il porto container, effettuando un nuovo riempimento in direzione levante, i depositi costieri di Carmagnani e Superba.

I cittadini che stanno in via Pegli e in piazza Lido, insomma, rischiano di ritrovarsi il mare ancora più tombato di fronte a casa, con tutte le conseguenze del caso, i depositi costieri di materiali chimici e petrolchimici e di dire definitivamente addio al progetto del porticciolo.

Il fatto che in tutti questi anni non si sia deciso, quindi, non viene visto affatto positivamente. E l’esultanza da parte del Comitato Risveglio è giudicata per lo più come miope e ingiustificata. Perché legata a un aspetto particolare, mentre pare completamente avulsa dal contesto generale.

In sostanza, il Tar ha bloccato il progetto per la costruzione del nuovo porticciolo, che era stato assegnato alla ‘Porto Pegli srl’ del costruttore milanese Giuseppe Rasero, lo stesso che ha realizzato, negli scorsi anni, il polo di Marina Genova Aeroporto.

Secondo Vincenza Germano, portavoce del Comitato Risveglio, “è stata fermata una colata di cemento. Noi non trovavamo giusto che solo un progetto, quello più impattante, potesse andare avanti, mentre non veniva considerato quello dell’architetto Bruno Reali che era ambientalmente più compatibile e anche più apprezzato. Adesso vedremo come andrà a finire. Siamo felici perché sono state raccolte le nostre posizioni. Il progetto scelto prevedeva box, piazze, mentre quello scartato un semplice prolungamento. C’è stata giustizia”.

Ma non tutti la pensano così. A cominciare da quegli esponenti del Partito Democratico che, per anni, hanno seguito questa lunga vertenza. Silvia Brocato, oggi assessore municipale alla Cultura del Municipio VII Ponente, osserva: “Non credo che questa sia una vittoria per Pegli. Riqualificare la zona, ponendo anche le basi per la fermata della metropolitana di superficie, poteva essere un deterrente anche per l’insediamento delle attività petrolifere. Inoltre, il nuovo porticciolo prevedeva spazi dedicati alla collettività, quindi fruibili a tutti”.

Per dire che una battaglia vinta da pochi, che avranno certamente le loro ragioni, non viene sposata dall’intera collettività. Anche e più perché il non aver deciso lascia squarciato il campo a un incubo ben peggiore rispetto al ‘cemento’ del progetto di Rasero. Vale a dire, il riempimento del settimo modulo.

Mauro Avvenente, consigliere comunale del Pd ed ex presidente del VII Ponente, è chiaro: “Se oggi ci fosse un porticciolo turistico, a nessuno verrebbe in mente di poter piazzare lì i depositi costieri di Carmagnani e Superba allargando il sesto modulo con nuovi riempimenti in mare. Salutare tutto questo come un successo, mi pare una visione miope da parte di pochi”.

Secondo i pegliesi, “così si dice addio al collegamento della passeggiata di Pegli con la fascia di rispetto di Pra’, alla fermata della metropolitana di Pegli Lido, ma si conserva il pericolo, non più tanto teorico, dell’avanzamento del sesto modulo verso Pegli”.

Ma Paolo Fanghella, assessore comunale ai Lavori Pubblici, prova a sbrogliare la matassa: “Il porticciolo sarà realizzato. Il ricorso al Tar non ha detto che non lo si può realizzare, ha solo posto dei problemi sulla procedura amministrativa. Si contesta al Comune, di due giunte fa, solo il processo di selezione attuato per scegliere uno dei tre progetti. Quindi ora dobbiamo capire come procedere, ma la volontà di favorire la realizzazione del progetto rimane invariata. Tra l’altro mi risulta che uno dei tre proponenti, che è anche il promotore dell’iniziativa, non ci sia più”.

Il controricorso al Consiglio di Stato è più che un’ipotesi. Ma se l’opzione porto per i depositi costieri prendesse sempre più campo, chi si prenderà la responsabilità morale di aver fermato la presunta ‘colata di cemento’?

Non sarà neppure, a quel punto, una vittoria degna di Pirro.

Alberto Bruzzone

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