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| 24 febbraio 2019, 16:21

Liceo Musicale con test d’ammissione, scoppiano le polemiche

Al ‘Pertini’ ammessi venti studenti su trentatré. I genitori degli esclusi minacciano ricorsi. Il consigliere comunale Stefano Giordano scrive al ministro Bussetti: “Non viene rispettata la Costituzione”

Liceo Musicale con test d’ammissione, scoppiano le polemiche

Le perplessità erano nell’aria sin dall’inizio, ma si sono effettivamente manifestate, anche sotto forma di polemiche, nei giorni scorsi. Quando cioè al Liceo ‘Pertini’ di Genova, nella fattispecie riguardo all’indirizzo Musicale e Coreutico, è stata pubblicata la graduatoria dei venti studenti ammessi alla prima classe, a fronte delle trentatré domande.

Tredici ragazzi non sono stati ritenuti idonei per iscriversi alla scuola secondaria superiore e dovranno cercare un’altra soluzione. Niente d’illegale, ci mancherebbe. Il Liceo ‘Pertini’ ha semplicemente eseguito le disposizioni del Ministero, come stanno facendo gli altri indirizzi Musicale e Coreutico di tutta Italia. Semmai è il provvedimento a monte che sembra fortemente discriminatorio. Perché, in linea del tutto teorica, a scuola si va apposta per imparare, non vi si arriva imparati. Perché la nostra Costituzione assicura a tutti il diritto allo studio e alla scelta migliore in base alle proprie attitudini. Perché chiudere le porte, a tredici anni, a un ragazzo o una ragazza solo perché non hanno potuto approfondire certi studi preliminari, magari non potendosi permettere lezioni private, è assai penalizzante e ingiusto.

Così ci sono frotte di genitori pronti a impugnare la direttiva ministeriale e a far saltare tutti questi test d’ammissione. A Genova, in particolare, il caso è deflagrato lo scorso 8 febbraio, quando, a firma del dirigente scolastico Alessandro Cavanna, è stata pubblicata la graduatoria degli ammessi al corso di studi.

Il ‘Pertini’ ha agito seguendo le indicazioni richiamate nel bando iniziale: occorre, relativamente allo strumento musicale in questione, avere competenze che riguardano “la formazione del suono, le tecniche di base che consentono di affrontare brani di media difficoltà e il possesso di un basilare repertorio di brani d’autore per quanto attiene all’esecuzione e interpretazione con lo strumento scelto”.

Quanto al canto, è richiesta all’atto della prova: “Esecuzione di uno o più brevi brani vocali che mettano in evidenza il possesso delle proprie attitudini esecutive e interpretative a scelta del candidato; esecuzione di uno o più vocalizzi: lettura intonata di una semplice melodia nei modi maggiore o minore e lettura estemporanea del pentagramma doppio in chiave di sol e di fa proposti dalla Commissione”.

Più che un test d’ammissione a una scuola superiore, sembra una selezione per il Conservatorio. Secondo il sindacato Gilda degli Insegnanti, “per i ragazzi l’unico modo per superare il nuovo esame di ammissione ai licei resta quello di affidarsi a insegnanti privati. Ma poiché si tratta di una soluzione costosa, chiediamo al Ministero dell’Istruzione di modificare il provvedimento per evitare il rischio che l’istruzione musicale pubblica diventi appannaggio delle famiglie più benestanti”.

E già si preannunciano ricorsi anche perché, a detta di chi conosce la materia, vi sarebbe pure un vizio procedurale, dal momento che nel decreto non c’è alcuna menzione della previa acquisizione del parere del Consiglio Nazionale dell’alta Formazione Artistica e Musicale.

A Genova, il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Stefano Giordano ha preso a cuore la faccenda e ha scritto una lettera indirizzata al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, al suo vice Vincenzo Fioramonti e al dirigente scolastico del ‘Pertini’.

Secondo il consigliere del M5S, “questa modalità di accesso al liceo musicale è estremamente discriminatoria verso chi non ha la possibilità economica di effettuare lezioni private. Per questa motivazione ho scritto al ministro dell’Istruzione al fine di modificare una normativa che lede il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione”.

Giordano sostiene: “La prova selettiva del ‘Liceo Musicale Sandro Pertini’ risulta, a mio avviso, penalizzante per chi ha volontà di approfondire e studiare la musica insieme a una cultura generale. Ogni prova ha un punteggio matematico e la mia domanda è: quanto incidono la passione e la volontà, oltre che l’attitudine di uno studente di tredici anni?”. E aggiunge: “La mia riflessione è che questa selezione non rispecchi la Costituzione Italiana, in quanto l’articolo 34 sottolinea che la scuola è aperta a tutti e che i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Non si può e non si deve selezionare la nascita di un percorso formativo tramite un esame che penalizza chi non ha avuto la possibilità di approfondire alcune nozioni, al di fuori del regolare percorso di istruzione obbligatoria”.

Parole condivise pure da Luca Pirondini, che oltre a essere collega di Giordano a Palazzo Tursi, è noto soprattutto in veste di professore e direttore d’orchestra. “È evidente che a tredici anni se già sai suonare, è perché hai frequentato delle lezioni private a pagamento. Perché sennò a quell’età dovresti valutare le attitudini e le potenzialità, non certo il livello tecnico del giorno dell’esame, visto che quest’ultimo potrebbe essere semplicemente frutto del reddito dei genitori. La scuola è pubblica e impedire a dei ragazzi che amano la musica di poter frequentare il liceo musicale per questo criterio di selezione mi sembra un’assurdità. Se poi parliamo di classe di canto, il discorso è ancora più assurdo, perché prima dei 13/14 anni è addirittura sconsigliato lo studio del canto per ragioni legate allo sviluppo del fisico”.

La musica, insomma, non suona bene, relativamente a questa vertenza.

Alberto Bruzzone

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