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| 18 febbraio 2019, 17:53

Depositi costieri a Pra’, assemblea pubblica per combattere questa ipotesi

Mercoledì sera al Centro Remiero sulla Fascia di Rispetto, l’iniziativa organizzata da Pd, A Sinistra e Lista Crivello, che lanciano un appello all’unità del Ponente. Ma il centrodestra tace e il M5S dissente: “Sarebbe stato meglio indire l’incontro come Municipio e senza nessuna bandiera”

Depositi costieri a Pra’, assemblea pubblica per combattere questa ipotesi

Chissà se il Ponente saprà finalmente marciare unito, superando campanilismi e individualismi, in questa battaglia che si preannuncia campale. È questo, al momento, il grande auspicio del Partito Democratico, capofila insieme ad altre realtà del centrosinistra all’interno del Municipio VII Ponente nell’organizzare, mercoledì dalle ore 21, presso il Centro Remiero della Fascia di Rispetto di Pra’, l’incontro pubblico dal titolo ‘Basta prendere in giro il Ponente!’. Sottotitolo: ‘I depositi di Carmagnani e Superba vanni trasferiti, ma pensare a Pra’ significa continuare a prendere in giro sia Multedo, sia i lavoratori, sia Pra’.

Insieme al Pd, organizzano l’iniziativa i gruppi consiliari di A Sinistra e della Lista Crivello. L’appuntamento, ma si potrebbe anche definire ‘sollevazione popolare’, arriva a seguito dell’ipotesi, paventata la scorsa settimana dal sindaco di Genova Marco Bucci e dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini, di dislocare le aziende che stoccano prodotti petrolchimici da Multedo alla diga del porto container di Pra’. Successivamente, è anche emersa l’ipotesi di realizzare un nuovo riempimento accanto al sesto modulo, venendo ancora verso levante. Entrambe le opzioni sono state da subito osteggiate, sia dai partiti che dai cittadini.

Basito il presidente del VII Ponente Claudio Chiarotti che, attraverso un comunicato stampa, ha fatto presente di non sapere nulla di queste valutazioni, denunciando il fatto di non essere stato coinvolto come Municipio.

Per fare un po’ di chiarezza, ma anche per ribadire un secco no, e in maniera ufficiale, ecco allora l’evento di mercoledì al Centro Remiero, che si preannuncia già molto affollato. Secondo i promotori, “i depositi di Carmagnani e Superba nel quartiere di Multedo vanno trasferiti il prima possibile. Ma l’ipotesi fatta dal sindaco Bucci e da Autorità Portuale di trasferirli in un nuovo riempimento a fianco al sesto modulo del porto di Pra’ è una presa in giro per tutto il Ponente. È una presa in giro per Multedo, perché è l’ipotesi che fa stare più a lungo i depositi sotto le case allontanando il trasferimento a troppi anni di distanza. È una presa in giro per i lavoratori per lo stesso motivo, perché c’è il pericolo concreto che nel frattempo le aziende decidano di chiudere a Genova lasciando i dipendenti a casa. È una presa in giro per Pra’ e Pegli Lido, perché è la soluzione che li trasferisce più vicino alle case (meno di 400 metri, la metà rispetto alle altre ipotesi), che minaccia un paletto fermo e costante del territorio da oltre vent’anni (l’invalicabilità del confine del sesto modulo), e che continua nell’idea di aggiungere servitù nel porto senza neanche aver realizzato tutti quegli interventi necessari e prioritari per migliorare la convivenza tra porto e città. È una presa in giro per tutto il Ponente. Non riusciranno a dividere questo territorio”.

Matteo Frulio, esponente di spicco del Pd a Voltri e assessore municipale ai Lavori Pubblici, aggiunge: “È ora di prendere una posizione netta. Bisogna esserci e farsi sentire. Basta prese in giro. Abbiamo già abbastanza disagi e difficoltà”.

E Filippo Bruzzone, consigliere municipale di A Sinistra, aggiunge: “È una presa in giro per tutti perché è una non soluzione, quella prospettata all’interno dello stesso Municipio, con una piattaforma da creare là dove tutte le istituzioni avevano messo il paletto invalicabile del sesto modulo, la più vicina alle case rispetto alle altre ipotesi, la più lunga nel tempo e ciò col rischio che i cittadini di Multedo debbano convivere con i depositi per altri lunghi anni e che magari le aziende decidano di andarsene. Il sindaco deve capire che il Ponente non è una parte di città da sacrificare e che l’estremo Pnente della città ha problemi di salute enormi, che come consigliere e come Municipio stiamo provando a combattere con proposte, quelle stesse proposte che il sindaco non ascolta forse perché ritiene il petrolchimico più importante della salute dei cittadini. Noi ponentini ci siamo stufati di avere un sindaco che l’anno scorso prometteva il parco sul sesto modulo e poi ci vuole mettere il petrolchimico. Il sindaco deve rispondere ai solleciti che gli abbiamo fatto sulla salute, prima di parlare di ogni cosa del Ponente”.

Lodevole l’appello all’unità da parte del Pd e delle altre liste di centrosinistra. Ma l’aver messo il ‘cappello’ su questa iniziativa, non è stato gradito da altri gruppi. Quindi il rischio che la protesta parta in maniera azzoppata, purtroppo, c’è tutto.

Da una parte c’è un centrodestra che, non senza qualche imbarazzo, tace di fronte a questa situazione, dal momento che parte dallo stesso orientamento che governa a Palazzo Tursi, dall’altra c’è un Movimento 5 Stelle, con il consigliere municipale Massimo Currò, che si duole perché, troppe volte, gli appelli suoi e dei suoi compagni sono stati ignorati, secondo quella pessima abitudine per cui ogni iniziativa dei grillini vada aprioristicamente cassata da tutti gli altri.

Non da ultima, la vertenza sul progetto di ampliamento di stoccaggio della Carmagnani, denunciata dal M5S in Consiglio Comunale e non ripresa da nessuno. Ci voleva, evidentemente, che il problema toccasse Pegli e Pra’ per diventare più sentito: “La questione è delicata e ci sono dei punti fermi sui quali il territorio non può indietreggiare neanche di un centimetro. Intanto - osserva Currò - abbiamo un porto gestito nel peggiore dei modi. Gli spazi portuali sono occupati dallo stoccaggio, usano il porto e le banchine come fosse un retroporto. È proprio il caso di parlare di ulteriori riempimenti? Esiste un protocollo d’intesa che risale ai primi anni Novanta, sottofirmato a tutti i livelli, nel quale si affermava che il porto non sarebbe potuto andare oltre il sesto modulo. Questo, per chi non lo sapesse, è la parte estrema di levante del porto, quella all’altezza di Pegli Lido. Loro vorrebbero creare una sorta di settimo modulo”.

Secondo Currò, “oltre alla questione territoriale, di primaria importanza, c’è anche una questione di tempistiche. Qualsiasi sia la decisione, Multedo non può attendere decenni per il dislocamento. Il tutto deve avvenire nell’arco dei 5 anni al massimo, tempi indicati dalle aziende per un trasferimento totale. Quindi c’è un problema territoriale, un riempimento a levante del sesto modulo non può esser fatto proprio per quel protocollo d’intesa, c’è una questione di principio relativa all’uso insano delle aree portuali e del fatto che il territorio è stanco di subire e c’è un problema di tempistiche”. Poi, l’aspetto politico: “Sull’assemblea, convocata dai partiti della maggioranza per mercoledì, mi chiedo perché non sia stata indetta a nome del Municipio tutto, senza bandiere, vista l’importanza del tema. C’è chi da anni segue questo problema e potrebbe essere escluso da una discussione che rischia di avere una chiara connotazione politica. Tutti sono liberi, chiaramente, di far politica come meglio si crede, ma è un tema troppo importante”.

Alberto Bruzzone

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