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| 09 febbraio 2019, 16:30

#Sanremo2019, cinque brani che ricorderemo quest’anno

A poche ore dalla finale, una riflessione su alcuni pezzi in gara

#Sanremo2019, cinque brani che ricorderemo quest’anno

Il Festival di Sanremo sta per terminare. Con la serata finale avremo finalmente tra le mani quello che sarà il pezzo vincitore per l’anno 2019 e che, il prossimo maggio, potrà volare a Tel Aviv per la 64/ma edizione dell’Eurovision Song Contest. Tra pronostici, speranze e tifo da curva sud, il possibile podio di questo 69/mo appuntamento con la kermesse canora rimane ancora un mistero aprendosi a numerose possibilità.

La qualità non è di certo mancata ma, come in ogni competizione che si rispetti, anche chi ha il compito - bellissimo ed emozionante - di raccontare l’evento attraverso le proprie parole al massimo dell’oggettività, si può lasciare andare a giudizi personali che possono, in qualche modo e senza presunzione, aprire a visioni differenti.

Li abbiamo ascoltati e riascoltati nel corso della settimana, grazie alle piattaforme online per le versioni studio e certamente live sul palco dell’Ariston. Ma quali saranno i pezzi che più ricorderemo di questa edizione?

Ecco chi si è distinto in questa 69/ma edizione.

Mahmood - Soldi

Non riesco a trovare un difetto a questo brano. L’artista italo-egiziano, posso dirlo, non ha commesso alcun errore: trovo il pezzo travolgente, ma soprattutto magnetico. Mi ricorda con piacere l’entusiasmo di Mudimbi - nell’edizione 2018 - che sul palco portò “Il Mago”, incantando tutti. Energico e potente, arriva alle mie orecchie con una forza incredibile. Anche dal punto testuale non c’è banalità ma un racconto pungente e allegorico che spazia da ricordi ripescati dall’infanzia e situazioni più che attuali. Promosso a pieni voti.

Motta - Dov’è l’Italia

Una domanda alla quale, per ora, non si trova risposta, forse perché una risposta non c’è. Motta è sempre un concentrato di profonda semplicità e questo è forse il suo asso nella manica più grande. C’è chi ne denuncia la scarsità di contenuto, riconoscendo all’artista - nei suoi brani fatta eccezione per questo - una capacità di linguaggio decisamente di rilievo. Ma Francesco non ha bisogno di paroloni o perifrasi da linguista per potersi esprimere al meglio e soprattutto per arrivare agli ascoltatori. Un brano da consumare e cercare di capire perché - come dicevo a proposito della sua semplicità d’espressione - è proprio tra le righe che si celano i significati più profondi e più sorprendenti.

Ghemon - Rose viola

Ciò che mi incanta di Ghemon è certamente la sua capacità vocale. Sul palco dell’Ariston ha deciso di portare un brano che fa fede in tutto e per tutto al suo repertorio, nulla che possa distaccarsi da ciò che ha sempre fatto. Un brano caldo ma che riesce a coinvolgermi mentalmente grazie al connubio - azzeccatissimo - tra beat e cori. Una canzone che si è fatta spazio tra i grandi classici sanremesi ma che porta in gara un po’ di sano sound hip hop. Quando ci vuole, ci vuole!

Ex-Otago - Solo una canzone

Ce lo hanno spiegato: non è la solita canzone d’amore, non di certo una di quelle che celebra il sentimento agli esordi, quando tutto è fresco e nulla sembra poter scalfire il legame. Il brano suona come una poesia che vuole raccontare quei momenti posti nel mezzo della relazione, che un po’ stagnano e da cui tante volte è difficile trovare le giuste motivazioni per andare avanti. Ed è proprio da questi momenti - che spesso tendiamo a dimenticare o non considerare affatto - che gli Ex-Otago riescono a tirare fuori il meglio. E così, con una rinnovata consapevolezza, cantano di un amore maturo, costante e talvolta saturo ma per il quale, al di là di tutto, si sente la necessità di lottare. L’interpretazione, sebbene un po’ statica a livello scenico, è vibrante e piena di carattere. Niente di eccessivo o di eccessivamente appariscente: d’altronde, è solo una canzone!

Boomdabash - Per un milione

Come sempre tra Soul, Reggae e Hip Hop, i Boomdabash hanno portato un pezzo che li rispecchia incredibilmente bene. Ritmo, appeal radiofonico e un ritornello che la prossima estate - ne sono certa - canteremo ancora con i piedi nella sabbia. Il mio giudizio vola trainato dalla melodia che - ahimè - sovrasta un po’ le parole senza però privarle di significato. Una semplice dichiarazione d’amore decisamente ballerina. 

Tutto lo speciale sul Festival: http://www.sanremonews.it

Giovanna Ghiglione

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