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| 03 febbraio 2019, 18:00

I migliori scrittori genovesi insieme per aiutare la Valpolcevera

Il Canneto Editore pubblica l’antologia ‘Il Ponte’: 43 racconti su idea di Emilia Marasco e Nicolò De Mari. Il ricavato dalla vendita servirà per realizzare un progetto per anziani insieme a Sant’Egidio e un’area estiva per ragazzi alla biblioteca di Certosa

I migliori scrittori genovesi insieme per aiutare la Valpolcevera

È un esperimento culturale nato da una tragedia immane, che ci porteremo dentro per tutta la vita. Ma pure nell’enorme e profonda catastrofe del crollo del Ponte Morandi, lo scorso 14 agosto, l’orgoglio cittadino è venuto fuori attraverso le più molteplici manifestazioni. E, tra queste, una splendida antologia del meglio del meglio tra gli scrittori (e naturalmente scrittrici) genovesi, o comunque cresciuti o residenti a Genova, o comunque legati in qualche modo alla nostra città.

Per i tipi dell’editore Il Canneto, è in vendita nelle librerie cittadine e su tutte le piattaforme online la raccolta di racconti curata da Emilia Marasco e Nicolò De Mari, ‘Il Ponte’. Titolo crudo, asciutto, tanto quanto era minimale (ma decisamente funzionale) quell’immenso viadotto di cemento armato venuto giù in una piovosa mattina alla vigilia di Ferragosto, portando via la vita a 43 persone. Altrettanto toccanti, come il disastro stesso, sono queste storie e questi articoli, scritti dalle più stimate penne in orbita nel capoluogo ligure. Il tutto con un intento benefico: il ricavato dalla vendita del volume (che costa venti euro) sarà infatti devoluto per alcuni progetti legati alla Valpolcevera: si pensa a una casa per anziani da realizzare insieme alla Comunità di Sant’Egidio e a un’area estiva per ragazzi presso la Biblioteca di Certosa.

L’antologia di scritti è stata presentata ieri pomeriggio a Pegli, al Museo Navale di Villa Doria, dalla curatrice Emilia Marasco (nota insegnante presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti e da sempre molto attiva nella vita culturale cittadina anche con la scuola di scrittura Officina Letteraria), dall’editore del Canneto Nicolò De Mari, primo a credere fortemente in questo progetto e ad appoggiarlo, e dalle scrittrici Sara Rattaro (che insieme al Cup Pegli si è spesa moltissimo per l’evento, oltre ad aver scritto un bellissimo racconto che ‘dialoga’ a distanza con quello della collega, pure lei genovese e assai famosa, Barbara Fiorio) e Ilaria Scarioni, recente premio per l’Opera Prima al Rapallo Carige.

“E’ la decima presentazione ma non ci fermiamo qui - afferma l’editore - perché questa bella catena di solidarietà possa andare avanti abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.

Non è l’unico libro dedicato al Ponte Morandi in questi mesi: è uscito già quello con le foto stupende di Michele Guyot Bourg per Galata Edizioni (pure questo venduto per beneficenza), il suo ciclo di scatti in bianco e nero dal titolo ‘Vivere sotto un ponte’; e altri ne seguiranno prossimamente, tra cui un’antologia pubblicata dalla Tigulliana di Marco Delpino e un’altra dal titolo ‘Il Ponte Silenzioso’ che raccoglierà scritti e post comparsi sui social nei giorni immediatamente successivi al crollo del viadotto. Ma, indubbiamente, ‘Il Ponte’ è di altissimo livello, sia per il numero degli scrittori, ben 45, sia per il loro rango, sia per il suggestivo e mirabile acquerello in copertina di Nicola Magrin, artista i cui lavori sono regolarmente pubblicati da editori nazionali.

“Quando abbiamo visto le immagini della tragedia - ricorda Emilia Marasco - eravamo tutti sgomenti. Abbiamo pensato che chiunque avrebbe potuto essere su quel ponte. Chiunque di noi. Ci siamo messi a telefonare, a mandare messaggi. Poi, abbiamo provato un senso di impotenza. Avremmo voluto fare qualcosa di concreto, magari essere un pompiere, un soccorritore in quel momento. Invece la nostra unica ‘arma’ è la scrittura. Ma poi ho capito che pure questa poteva servire per fare qualcosa di buono. Così ho proposto questo progetto dell’antologia all’editore del Canneto Nicolò De Mari. Il quale mi ha detto sì su due piedi. Il bello è arrivato dopo: trovare l’entusiasmo e la disponibilità di tanti scrittori e giornalisti. Non c’è stato uno che abbia detto di no. Così a poco a poco, in mezzo agli impegni di ciascuno, il libro ha preso forma”.

Sono 43 racconti, uno per ogni vita spezzata sotto quelle macerie, per un totale di 45 autori, perché due sono scritti a quattro mani. Tra questi, 41 sono inediti, mentre quelli di Rosella Postorino e Gianna Schelotto erano già usciti ma si prestavano moltissimo all’argomento. “Abbiamo fatto - prosegue Emilia Marasco - un libro che racconta di ponti, il nostro e altri ponti, ponti di altri luoghi e di altri tempi, ponti della fantasia, apparentemente lontani eppure molto vicini. E lo abbiamo fatto tutti insieme, di slancio”.

C’è il racconto di Riccardo Gazzaniga, di coppia con la compagna Daniela Quartu, che quel moncone del Morandi lo vedono tutte le mattine dalla loro finestra di casa. C’è la storia di Sara Rattaro: un pompiere che sta per sposarsi ma viene chiamato a seguito dell’emergenza e lascia la fidanzata da sola all’altare. C’è il punto di vista della fidanzata stessa, magistralmente toccato da Barbara Fiorio. Ci sono le testimonianze dei giornalisti Ferruccio Sansa, Marco Ansaldo, Federico Rampini, Silvia Neonato, Giuliano Galletta. Il racconto dell’ex presidente di Palazzo Ducale Luca Borzani. Quelli della brillante scrittrice chiavarese Valeria Corciolani, del popolare Marco Cubeddu, del fantasioso Sergio Badino, del riflessivo Silvio Ferrari, del composto ed elegante Carlo Repetti. E, naturalmente, non poteva mancare il tocco di Emilia Marasco e Nicolò De Mari: le menti grazie alle quali tutto è stato possibile.

Una delle migliori avventure letterarie degli ultimi anni. Peccato solo che nasca da un disastro. Ma anche questo volume perfettamente curato si aggiunge alla schiera dei tanti analgesici che proviamo, tutti noi, a trovare da ogni parte, da quella mattina del 14 agosto. Un antidoto al dolore e, al tempo stesso, l’immagine di una città che riparte. Nonostante tutto.

Una Genova di nuovo in marcia, come l’America post 11 settembre nei versi della canzone ‘Lonesome Day’: ‘Let kingdom come, I’m gonna find my way yeah, through this lonesome day’. Venisse il giorno del giudizio, io troverò la strada per passare, attraverso questo giorno di solitudine.

Alberto Bruzzone

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