"Le abitazioni di Multedo saranno liberate dai depositi di materiale petrolchimico”. L’annuncio, ieri pomeriggio, non è stato dato da una persona qualunque. Perché la frase - da incorniciare a futura memoria, di fronte a qualsiasi eventualità positiva o negativa, si capisce - è stata pronunciata dal sindaco di Genova Marco Bucci, al tavolo dei relatori insieme al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini e al vice ministro dei Trasporti Edoardo Rixi, in occasione della presentazione dell’ampio piano di ricollocazione, ammodernamento e potenziamento del porto cittadino: opere per circa un miliardo, di cui 450 milioni di euro già finanziati, e riconducibili a quattro macro aree, ovvero l’ultimo miglio stradale e ferroviario, i progetti di integrazione porto-città, le infrastrutture portuali e l’aeroporto.
Proprio al paragrafo ‘Progetti di integrazione porto-città’ - che è valutato 145 milioni di euro, di cui 55 già disponibili e 90 a carico dei privati - ci sono due opere fondamentali e attese da decenni nel Ponente cittadino: ‘Ridislocazione depositi costieri Carmagnani / Superba’ e ‘Intervento di mitigazione e completamento della passeggiata del canale di Pra’ lato sud’. Prevedono rispettivamente investimenti per venti e quindici milioni di euro e risultano entrambe già finanziate, come spiegato ieri da Bucci (le altre opere di questa macro area sono ‘Riqualificazione Hennebique’ per cento milioni e ‘Waterfront di Levante’ per dieci milioni).
Per Multedo, si tratta di un ulteriore tassello per poter continuare a sperare. Il primo è stato la volontà del sindaco di risolvere definitivamente il problema delle aziende che stoccano materiale petrolchimico e che da decenni operano vicinissime alle case. Il secondo sono i soldi: da ieri è ufficiale che ci sono.
Manca ora il terzo aspetto, che è altrettanto di fondamentale importanza. Perché se è vero che ci sono intenzioni e denari, quello che ora va trovato è un dove.
Una collocazione per Carmagnani e Superba, che vada incontro alle esigenze di espansione di entrambe le aziende (più volte manifestata da entrambi i vertici delle rispettive realtà industriali), sia rispettosa dei posti di lavoro (la ferma volontà del sindaco è che l’occupazione rimanga a Genova e non altrove, come sempre ribadito), ma altrettanto sia rispettosa delle disposizioni di legge molto più restrittive rispetto al passato, ad esempio in termini di distanza dalle abitazioni private. Condizione che a Multedo non è per nulla in atto, e non a caso Bucci ha utilizzato l’espressione ‘saranno liberate’.
Ma quando arriverà questo ‘25 aprile multedese’? Non si sanno né i tempi né la futura collocazione di Carmagnani e Superba. Bucci si era preso l’impegno di trovare una soluzione entro la fine del 2018, rammaricandosi per non averlo fatto già entro la fine del 2017. Entrambi i traguardi non sono stati raggiunti. Ma il lavoro non si è mai interrotto.
I soggetti da conciliare sono moltissimi. “Al momento - riferisce Bucci - stiamo valutando tre ipotesi: questi siti industriali saranno lontani dalle case e il trasferimento sarà fatto in breve tempo. Ci sono dei tavoli tecnici al lavoro”. La rosa di possibili soluzioni, sempre secondo le parole di Bucci risalenti allo scorso maggio, quando incontrò i multedesi in occasione di un’affollata assemblea cittadina al Multedo 1930 di via Ronchi, era di cinque location. Lecito quindi pensare che due siano state definitivamente scartate. Nei mesi scorsi, erano uscite le prospettive di collocare Carmagnani e Superba nelle aree ex Ilva, poi sotto alla Lanterna, nei pressi dell’ex centrale Enel. In entrambi i casi, si erano levati gli scudi, rispettivamente degli abitanti di Cornigliano e di Sampierdarena.
Il sindaco, chiamato a gestire un problema assai complesso, ha indicato “tre mesi” per arrivare a un verdetto finale, prendendosi anche l’impegno di venire a illustrare il tutto alla cittadinanza multedese, intorno ad aprile. Quando ogni cosa dovrebbe essere ufficiale.
Alla presentazione del piano per il Porto di Genova erano presenti alcuni membri del Comitato Multedo per l’Ambiente.
Gian Piero Cellerino, membro del direttivo, commenta: “Siamo grati al sindaco e agli amministratori per il fatto di voler portare a compimento un trasferimento atteso da quarant’anni. Abbiamo invitato Bucci a incontrare la cittadinanza e ci ha detto che lo farà”.
Anche l’Associazione Comitato di Quartiere di Multedo è soddisfatta. Secondo Simona Granara, componente del direttivo, “siamo felici che finalmente si parli in maniera concreta del dislocamento. Impianti moderni garantiranno maggior sicurezza: auspichiamo inoltre che vengano tutelati i posti di lavoro di coloro che operano nei depositi costieri”.
Ma ora, quello che conta più di tutti è che quel “saranno liberate” passi dall’essere una promessa all’impegno concreto e poi all’azione effettiva. I multedesi hanno memoria troppo lunga e prenderli in fallo è ormai impossibile.
Un po’ come i genovesi su un’altra questione. Il ribaltamento a mare di Fincantieri. Vogliamo andare a cercare quante volte, nel corso degli anni, è stato già annunciato e finanziato? Sarebbe un esercizio troppo semplice e soprattutto impietoso. Ecco, la dislocazione dei depositi costieri, per favore, non diventi qualcosa di analogo.
Alberto Bruzzone