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| 24 gennaio 2019, 16:01

L'incanto di Genova nei versi di 43 grandi poeti: la bellezza contro la tragedia

Un viaggio letterario in compagnia di autori genovesi e "foresti". Il ricavato del volume destinato all'emergenza abitativa provocata dal crollo del Ponte Morandi

L'incanto di Genova nei versi di 43 grandi poeti: la bellezza contro la tragedia

Un piccolo gioiello non solo letterario, ma anche di memoria: "43 poesie per Genova" è un atto d'amore per la città e per la sua cultura. Il volume curato dal professor Francesco De Nicola, docente universitario e presidente del Comitato della Società Dante Alighieri, sta proseguendo il suo successo, come faceva presagire la presentazione che si è svolta a ottobre nella Sala Chierici della Biblioteca Berio, per l'occasione partecipatissima. 

E' un viaggio tra i quartieri e gli scorci della Superba in compagnia di 43 componimenti poetici, attraverso le parole di Eugenio Montale, Giorgio Caproni, Dino Campana, Guido Gozzano, Nicola Ghiglione, Adriano Guerrini, Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Camillo Sbarbaro, Giuseppe Conte, Adriano Sansa, Guido Zavanone, Vico Faggi, Luciano Roncalli, Domenico Ravenna, Elena Bono, Riccardo Mannerini, Bruno Lauzi, Aurelio Valesi, Domenico Camera, Giorgio Calcagno, Franco Matacotta, Aldo G.B. Rossi, Enrico Morovich, Elio Andriuoli, Mauro Macario, Bruno Rombi, Marc Porcu, Margherita Faustini, Daria Menicanti, Enrico Testa, Gian Luigi Falabrino ed Edoardo Sanguineti. 

In queste 43 liriche ci sono i torrenti, dal Polcevera al Bisagno, c’è il vento di Tramontana, c’è il mar di Liguria, le vie da XX Settembre a Vico della Catena, i palazzi storici e le costruzioni moderne, dalla Sopraelevata ai forti, c’è la Genova “a filo di piombo”, la Genova degli eroi, la città industriale e quella degli ultimi, la Genova delle chiese e la Genova che c’era una volta e che non c’è più. 

Scrive il professor De Nicola nella quarta di copertina: "Alla notizia sconvolgente del crollo del viadotto che scavalca il Polcevera mi sono domandato che cosa avrebbe potuto fare un'associazione culturale come la Dante Alighieri, che vi è attiva dal 1889, per essere vicina alla città ferita in questa tragica circostanza. L'immagine di Genova diffusa nel mondo dopo le 11,36 del 14 agosto è stata quella di un ponte incredibilmente spezzato, delle sue macerie, di tonnellate di cemento piombate sul greto di un torrente, sulle fabbriche e sui binari, trascinando nel baratro automobili e autocarri con i loro disgraziati occupanti: e poi l'immagine spettrale di un quartiere abbandonato, l'immagine della distruzione, dello scempio, del grado più alto e più drammatico della 'bruttezza'. E allora ho pensato che la Dante Alighieri avrebbe dovuto invece proporre di Genova un'immagine opposta di bellezza: la bellezza della poesia e delle parole speciali che la formano e, nel caso particolare, della poesia nata da Genova: dal suo paesaggio naturale e dalla sua storia, da chi la abita e da chi la vive e vi lavora, senza peraltro ignorare le sue problematiche e le sue contraddizioni, la sua vitalità intera che il crollo di un ponte non può comunque, anche nella tragedia, cancellare".

Il ricavato del volume, pubblicato da Gammarò Edizioni, è destinato all'emergenza abitativa provocata dal crollo del Ponte Morandi

Redazione

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