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Attualità | 16 gennaio 2019, 13:00

Area di crisi complessa, niente contributi del Mise per Apm Terminals

Il sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano: "Non conosco le motivazioni, bisogna chiedere alla Regione. Dovranno motivarci questa decisione".

Area di crisi complessa, niente contributi del Mise per Apm Terminals

Apm Terminals fuori dalla graduatoria delle iniziative finanziabili nell'ambito dell'area di crisi complessa del savonese. L'azienda, che in base alla nuova occupazione creata con la piattaforma di Vado Ligure si era piazzata al primo posto tra le 15 iniziative che avevano partecipato al bando di Invitalia, è stata successivamente esclusa dai contributi previsti.

"Non conosco le motivazioni, bisogna chiedere alla Regione, il fatto che Apm non abbia ottenuto i bandi non sposta una virgola il percorso che già c’è su Vado, quei due progetti proposti si inserivano come aggiuntivi al piano già approvato" spiega il sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano.

"Il percorso va tranquillamente avanti, non tocca niente del percorso, sono due progetti interessanti e aggiuntivi. Dovranno motivarci questa decisione" continua la prima cittadina.

"Sposta poco questa decisione - dice il segretario generale di Cgil Savona Andrea Pasa spiegando tutto l’iter passato - l’elenco dei soggetti interessati ai finanziamenti nazionali per l’Area di Crisi complessa è arrivato nel mese di ottobre, Invitalia ha detto che nel mese di febbraio deve fare la motivazione per chi ammettere e chi escludere, non c’è nessun tipo di giudizio da parte del territorio. In un primo momento avevano inserito quelli che avevano richiesto i finanziamenti e prima era Apm, adesso stanno dando le prime valutazioni e non sembrano all’interno del finanziamenti perché il numero dei dipendenti che mettono come nuovi occupati erano già stati dichiarati per quanto riguarda l’arrivo della piattaforma”.

"Un buon risultato le 15/16 manifestazioni di interesse perché basta andare a prendere tutte le tabelle di tutte le Aree di Crisi di tutta Italia e non ce n’è una che è andata con questo numero di aziende, finalmente si dovrebbe iniziare a reindustrializzare le aree della Ferrania e più in generale della Val Bormida" conclude Pasa.

"Le maglie del bando Invitalia sono complicate, in particolare per le grandi imprese è molto difficile, come successo in molti altri posti è probabile che non solo loro ma anche altre aziende rischino di rimanere fuori dai fondi, c’è un’istruttoria e un piano economico finanziario intricato. Non è facile stare dentro, le grandi imprese hanno dei limiti più pesanti delle piccole/medie imprese. Stiamo cercando di lavorare con i nostri parlamentari e con il Governo per aumentare la dotazione finanziaria del fondo Invitalia in modo tale da riuscire a coprire tutti gli investimenti" afferma Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali Savona.

Inizialmente Apm, con 196 posti di lavoro garantiti per un investimento di 5,9 milioni nel porto di Vado, aveva ottenuto il massimo del punteggio con la conseguente assegnazione prevista di 4,2 milioni di euro. Durante la fase istruttoria della selezione però, sembrerebbe che l'occupazione garantita non sia stata ritenuta aggiuntiva perché già considerata all'interno del progetto di realizzazione della piattaforma.

La nuova graduatoria stilata vede così al primo posto la genovese Pegaso Systems (che produce luci a tecnologia led e ha presentato un progetto da 15 milioni) e in seconda posizione la torinese Carbongraph (ditta che si dedica alla produzione di materassi e che ha chiesto 5 milioni di contributi statali): i progetti delle due aziende sopra citate andrebbero così ad assorbire per intero i 20 milioni stanziati dal ministero dello Sviluppo Economico per l'Area di crisi complessa.

Luciano Parodi

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