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| 09 gennaio 2019, 08:00

Dalla poesia alla musica, il giovane talento di Leyla El Abiri

L’intervista alla diciannovenne genovese reduce dal lancio del suo primo singolo “Caffè”

Dalla poesia alla musica, il giovane talento di Leyla El Abiri

 

Amaro, scuro, profondo. Talvolta dolce. Caldo fumante e freddo immobile. Il caffè è l’abitudine italiana per eccellenza ed è anche protagonista di numerose canzoni, ma lei l’ha saputo raccontare con una vivida concretezza e un tocco di cinismo. Leyla El Abiri è quel genere di artista che amo descrivere con “-issima”: giovanissima, talentuosissima e dolcissima. Forse anche timidissima. Poco prima dell’intervista, le chiedo del singolo per sapere come stia andando. Mi risponde: “Bene, più di quanto mi aspettassi. Non l’ho detto a molte persone”.

Non l’ho detto a molte persone. Mi domando: esiste ancora qualcuno che, nell’era della condivisione e dell’autocelebrazione del proprio IO attraverso la rete, confida nella meritocrazia? Diciamocelo, per essere considerati e avere seguito, oggi più che mai, la bravura è soltanto uno dei requisiti necessari. Esistono tanti personaggi che si reputano artisti ma che bravi non sono affatto. Leyla però non è così. Lei ci crede davvero, nella musica. Lo vedo da come parla di sé: ha quasi timore a descriversi, non le importa niente di apparire, lei vuole cantare e basta. E lo sa fare molto bene.

Ha concluso il 2018 lanciando il suo primo singolo, “Caffè”, registrato, prodotto e mixato da Fulvio Masini presso il Black Wave di Fabio Palombi. Un brano intenso che parla di come le abitudini possano modificare o talvolta deteriorare i rapporti umani. Il caffè che, lasciato sul tavolo la mattina, da bollente diventa freddo: un’evoluzione naturale che fa sbiadire le sua caratteristiche. Il cambio di temperatura, in questo brano, diventa simbolo di cambiamento, assumendo svariati significati a seconda delle letture. Un pizzico di cinismo, dicevo, è presente e rende la canzone più duttile alle orecchie degli ascoltatori che da essa possono trarre diverse sfumature personali.

Leyla è prima di tutto una ragazza semplice, scrive di ciò che la emoziona in modo particolare, senza tanti fronzoli. Parla di quotidianità, di sensazioni nate dal basso, dalle cose più comuni. Le analizza, le metabolizza e le passa sotto una luce calda, rendendole personali. Ha iniziato scrivendo poesie, in italiano, per poi passare alla composizione di canzoni: nel suo modo di cantare, infatti, non è difficile cogliere quella poetica che passa anche attraverso i movimenti e gli sguardi.

I suoi prossimi passi riguardano la realizzazione di un EP di cui non anticipa niente ma che la sta appassionando molto e contemporaneamente avere la possibilità di suonare dal vivo. “E per il futuro? - domando - “Fare della musica la mia vita”.

Cara Leyla, la strada è quella giusta. Buona fortuna!

 

Giovanna Ghiglione

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