Scrive la Associazione Italiana Agenti ed Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP): "Dopo l’accavallarsi, nella scorsa legislatura, di norme confuse e contraddittorie (Legge “Delrio 56/2014, riforma “Madia” 124/2015, legge di Bilancio 2015) il personale delle polizie provinciali è stato duramente coinvolto dai tagli dei bilanci agli Enti di area vasta, da un lungo blocco del turnover e da una quota di mobilità forzata verso altre pubbliche amministrazioni, passando da 2.700 effettivi a circa 1.900 nel giro di cinque anni.
Tuttavia ricordiamo che tra i compiti fondamentali delle Province è rimasta anche la tutela dell’ambiente. Pertanto occorre rimpolpare gli organici bandendo nuovi concorsi e ripristinando le risorse colpite dalla scure dei tagli lineari degli scorsi anni. Tutta l’attività di polizia in campo ambientale, in effetti, richiede una profonda riorganizzazione con un intervento legislativo organico.
Gli agenti di polizia locale delle Province e delle neonate Città Metropolitane svolgono ancora un ruolo cruciale nel presidio del territorio rurale, per l’applicazione delle disposizione a tutela degli ecosistemi e di contrasto all’abbandono e al traffico illecito di rifiuti, nonché negli storici compiti di vigilanza ittico-venatoria . Ma non possono più essere lasciate nel limbo.
Lo stesso ruolo di gestione faunistica e di controllo di specie problematiche, come tipicamente il cinghiale (tema di cui si parla molto in queste settimane) , non può essere delegato in toto a soggetti privati, essendo coinvolti aspetti di pubblica sicurezza e/o di uso ragionevole delle armi anche in vicinanza di abitati ed infrastrutture, il che richiede l’impiego di personale pubblico formato e specializzato. SI tratta infatti di attività delicate di competenza esclusiva degli agenti provinciali, come stabilito dalla legge venatoria statale n. 157/92 e ribadito da ben 5 pronunciamenti recenti della Corte Costituzionale. Dal 2015 il foraggiamento illecito dei cinghiali sul territorio è un reato contravvenzionale, ma anche in questo caso occorre personale quotidianamente in boschi e campagne per rendere il divieto realmente effettivo.
L’Associazione Italiana Agenti ed Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP) continua a sollecitare sull’argomento i nuovi ministri a vario titolo competenti; infatti:
- Il Ministero dell’Ambiente e le Regioni sono in forte ritardo nel dare attuazione al Piano Nazionale di contrasto al bracconaggio, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel marzo 2017, che prevede tra i punti qualificanti un ritorno ai numeri di personale pari a quello del 2007;
- il ministero dell’Interno persevera in ingiuste sperequazioni tra polizie locali dei comuni e delle province, attribuendo solo alle prime la facoltà di accesso alle proprie banche dati (nel c.d. Decreto “Sicurezza”) o l’istituto dell’equo indennizzo per i feriti per cause di servizio;
- il disegno di legge cosiddetto “Concretezza” predisposto dal ministero della Pubblica Amministrazione è fortemente lacunoso in materia di turnover negli enti locali, e va certamente migliorato in funzione dell’esigenza di dare concreta applicazione ad un corpus di disposizioni numerose e complesse in materia di tutela dell’ambiente e del territorio, di cui i compiti di vigilanza sono parte importante".