"Ieri è stata avviata su Change.org una petizione popolare rivolta alla Sindaca di Savona affinché si avvii una seria riflessione sulla possibile conservazione dell’edificio delle ex funivie savonesi sito in lungomare Matteotti e ad oggi inutilizzato" commenta Danilo Bruno dei Verdi savonesi.
"E’ noto che l’attuale centrodestra cittadino intende edificare nell’area con la consueta colata di cemento, un porto e aree commerciali demolendo tutto ciò che può disturbare l’intervento dei privati poiché è noto che a Savona come con il precedente governo del centrosinistra le scelte urbanistiche di rilievo e i tempi di utilizzo delle superfici sono decise dai privati a cui il comune si adegua, avendo rinunciato al proprio potere di pianificazione urbanistica".
"Qui si tratta di scegliere fra l’ennesima inutile colata di cemento, che colpirebbe ancora una volta pesantemente la città o la possibilità eventuale di utilizzare un antico edificio storico, parte integrante della storia industriale e operaia savonese nonché base di partenza della funivia più lunga d’Europa, ferrovia concessa tuttora in esercizio. Si potrebbe pensare di utilizzare la struttura per inserirvi attività culturali giovanili di impresa dove esse siano seguite e possano svilupparsi con la dovuta assistenza come avviene in tutti gli incubatori e crearvi un museo dedicato alla storia industriale ed operaia della città".
"Genova in questi anni ha compiuto una vera evoluzione nella conservazione e nella riqualificazione degli antichi spazi portuali insieme alla Sovrintendenza competente e di tutto ciò è possibile averne notizia in particolare leggendo la guida curata dall’associazione Inge Genova: Di molo in molo. A Savona chiediamo prima di demolire tutto il fabbricato di ragionare con la suddetta Associazione e con la Sovrintendenza su cosa sia conservabile e pensare ad un diverso modello di crescita per la città poiché diversamente anche in presenza di un forte ed accertato cambiamento climatico rischiamo di finire soffocati da inutili colate di cemento e nulla più" conclude Bruno.