Attualità - 05 dicembre 2018, 10:36

Il Bambin Gesù trova rifugio in riva al mare nel presepe della Compagnia di San Pietro a Finalmarina

L'associazione porta avanti le tradizioni marinare del Finalese. E lo fa anche attraverso un originalissimo presepe

Il deserto della Palestina diventa una spiaggia suggestiva, circondata da sabbia e conchiglie. La Sacra Famiglia non trova rifugio in una grotta, ma in un tipico gozzo ligure. E naturalmente, tra i “pastorelli”, che per l’occasione diventano pescatori e pescivendoli, trova posto anche un panificio ricco di tranci della tipica focaccia.

Questi sono solo alcuni degli aspetti salienti del presepe visibile presso la sede associativa della Compagnia di San Pietro di Finalmarina. Questa viva realtà culturale finalese ha uno splendido luogo di incontro in riva al mare, organizza un cimento invernale, tiene vive le tradizioni “marinare” cittadine, come quella della pesca alla sciabica… Per cui è più che legittimo che anche il rituale dell’allestimento del presepe fosse “rivisitato” in piena coerenza stilistica con le consuete attività dell’associazione.

Questa bella opera d’arte (perché la è, a tutti gli effetti), è stata realizzata da Nicola Daccò, che ci racconta: “Portiamo avanti il nostro presepe dal 1994 in poi, quando è stata fondata la Compagnia con una sua sede ufficiale. Prima eravamo un gruppo di volontari e lo facevamo in alcuni locali del budello liberi e vuoti a rotazione in quel periodo dell’anno. È un presepe che riprende le tradizioni della pesca, circondato da foto di storici pescatori locali; purtroppo molti di essi non sono più tra noi, proprio per questo il presepe è un modo per tenere vivo il ricordo di queste persone e delle loro attività riproponendo le scene di pesca: le reti, i gozzi, la sciabica, le lampare. Negli anni si aggiungono sempre più figure, nel corso del tempo ho girato tanti mercatini dell’antiquariato in tutta la nostra regione per trovare figure tipicamente liguri. Ho raccolto pescatori di vari luoghi ma, per esempio, è piuttosto rara da trovare la cosiddetta ‘pescella’. E tutto è costruito in maniera artigianale con il materiale che portano a riva le mareggiate: legno, sassi, conchiglie, solo un po’ arricchito con piccoli manufatti in plastilina o addirittura in pasta di panetteria. Negli anni, inoltre, coinvolgiamo anche i bambini nella realizzazione, per tramandare loro le tradizioni che non vogliamo vengano dimenticate”.

E per concludere ricordiamo alcune delle imminenti attività in programma: si comincia nel weekend del 22 e 23 dicembre con il vin brulé itinerante per le vie di Finalmarina. All’Epifania, come ogni anno, si svolgerà il tradizionale cimento, mentre per chi volesse dare il proprio contributo a sostegno di questo sodalizio ha preso il via il rinnovo delle tessere per il 2019. E si può anche acquistare il calendario del nuovo anno, con le splendide foto d’epoca di Finale accuratamente selezionate da Giuseppe Testa.

Alberto Sgarlato