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Politica | 27 novembre 2018, 18:38

Bonifica dell'Acna di Cengio, la minoranza: "I 30 anni indicati dal sindaco fanno riferimento alla durata del presidio ambientale e non alla fine dell'inquinamento"

"La diffusione dei dati trasmessi ieri rischiano di complicare ulteriormente i rapporti con i Comuni del versante piemontese e soprattutto di rallentare il processo per rilanciare il sito"

Bonifica dell'Acna di Cengio, la minoranza: "I 30 anni indicati dal sindaco fanno riferimento alla durata del presidio ambientale e non alla fine dell'inquinamento"

Un fulmine a ciel sereno. L'inchiesta della giornalista Milena Gabanelli secondo cui tra i siti potenzialmente inquinati in Italia ci sarebbe anche l'Acna di Cengio, ha movimentato alquanto il clima politico all'interno del Comune valbormidese.

Secondo la nota giornalista di inchiesta, la bonifica (terreni e falda) sarebbe dello 0%, nonostante i 61 milioni di euro stanziati. 

Sulla questione è intervenuto anche il gruppo di minoranza composto dai consiglieri Fabio Poggio, Daniela Olivieri, Nicolò Caracciolo e Andrea Basso: "La questione dei danni ambientali lasciati in eredità dall'Acna è nuovamente balzata agli onori della cronaca ieri sera, durante la trasmissione di Milena Gabanelli, la quale, dati Ispra alla mano, ci ha ricordato quanto siamo ancora lontani dal poter mettere la parola fine all'inquinamento del nostro territorio". 

"Se da un lato accogliamo positivamente le parole del sindaco Dotta (LEGGI QUI) che invita a rinnovare l'immagine di Cengio che non può più essere legata a quella del passato, dall'altro crediamo che più del buonsenso sia utile dare concretezza a questi che finora sono solo buoni propositi - proseguono dal gruppo di minoranzaConcretezza per cambiare una situazione ambientale che negli ultimi 10-15 anni è migliorata solo lievemente. I 30 anni indicati dal primo cittadino fanno riferimento alla durata del presidio ambientale, che dovrà essere rinnovato, e non alla fine dell'inquinamento". 

"Concretezza perché la diffusione dei dati trasmessi ieri rischiano di complicare ulteriormente i rapporti con i Comuni del versante piemontese e soprattutto di rallentare il processo per rilanciare il sito Acna. Tutto questo dovrebbe vedere al centro una forte azione dell'amministrazione comunale. La natura, purtroppo, non può risolvere tutto" concludono dalla minoranza. 

Oltre a fornire una 'nuova freccia' ai Comuni piemontesi, da sempre molto sensibili alla questione bonifica dell'Acna, tale inchiesta potrebbe rendere complicato, se non addirittura affossare, il futuro del sito per quanto riguarda il bando per l'Area di Crisi Complessa. 

Graziano De Valle

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