- 26 novembre 2018, 17:48

Cede un tratto di via Rubens, strada chiusa per 20 giorni tra Voltri e Arenzano

Un’ampia voragine si è aperta all’altezza di Crevari. Polemiche sul mancato intervento di manutenzione: le criticità erano state segnalate dai residenti. Si passa solo a piedi. Tecnici al lavoro per risolvere il problema il prima possibile

Ponente nuovamente in tilt, dal punto di vista del traffico. Oggi via Pietro Paolo Rubens, ovvero quel tratto di Aurelia che collega Voltri e Arenzano attraverso Vesima, è stata completamente interdetta al traffico. Per il regolare ripristino della circolazione sarà necessario intervenire sul manto stradale, per cui il divieto di transito sarà protratto per venti giorni.

A causare il blocco, un’ampia voragine che si è aperta al centro della strada, all’altezza del civico 18 di Crevari. La zona è stata immediatamente transennata e i Vigili del Fuoco sono intervenuti per mettere in sicurezza il fronte critico. Pesantissimi disagi sulla viabilità urbana, visto che via Rubens è l’unico collegamento cittadino tra Voltri e la Riviera di Ponente, in questo estremo lembo del Comune di Genova.

L’altra viabilità, ovvero la rete autostradale, è rimasta per ore intasata, a causa di un incidente. Una situazione gravissima, l’ennesima con la quale deve fare i conti il Ponente, dopo tanti piccoli episodi dei giorni scorsi, con danni per fortuna limitati, ma soprattutto dopo l’enorme fronte franoso apertosi sulla strada che conduce da Pegli a San Carlo di Cese, con il paesino quasi completamente isolato e la necessità di novanta giorni di lavoro perché tutto possa tornare alla normalità.

Il Ponente che crolla è purtroppo il simbolo di tanti anni di mancate manutenzioni. La mareggiata violentissima di fine ottobre è stata solamente il colpo di grazia, ma lo stato di queste strade era già ampiamente compromesso. L’effetto Portofino, insomma, non è irripetibile, e questo dovrebbe far riflettere su quali sono le reali priorità.

Sul posto, oltre ai tecnici, sono arrivati anche i rappresentanti del Municipio VII Ponente. Oltre all’emergenza del momento, ci sono pure parecchie polemiche, soprattutto da parte dei residenti della zona. Perché lo stato della strada era stato segnalato più volte, attraverso i canali ufficiali come pure tramite ‘mugugno’ sui social network. Oltre alle condizioni dell’asfalto, era finito nel mirino anche il muro di contenimento della strada. Un’altra zona oggetto, negli scorsi anni, di parecchia cementificazione.

L’assessore municipale Matteo Frulio si sfoga: “Vediamo se continueranno a far finta che nel Ponente non è successo niente”. Il riferimento è a tutte le segnalazioni rivolte a Tursi e rimaste, a dire del Municipio, lettera morta. Frulio non le manda a dire: “Voglio solo ringraziare la Polizia Municipale del Distretto 7 e il suo Comandante Giacomo Maniscalco che, a differenza di altre persone, ha fatto il suo dovere, ascoltando le preoccupazioni del Municipio e degli abitanti e monitorando fino alla decisione condivisa di chiudere con transenne e mettere un semaforo. Per me, grazie a questo senso del dovere e di responsabilità, sono state salvate delle vite”.

Già nei giorni scorsi, infatti, l’area era stata interdetta, per motivi di sicurezza, mantenendo un senso unico alternato. Ora, invece, si è optato per la completa chiusura. Troppo alto il rischio di incidenti, anche dalle serie conseguenze.

I tecnici dovranno adesso verificare lo stato dell’intera strada, anche di quei tratti immediatamente vicini a quello crollato. L’intervento di ripristino, poi, dovrà partire immediatamente, perché si tratta dell’unica arteria da e verso la delegazione e la Riviera di Ponente. Per chi sta a Vesima, ad esempio, andare verso il centro comporta adesso doversi spostare sino ad Arenzano, per poi prendere l’autostrada. Attualmente, l’accesso è consentito solamente a piedi, per permettere ai residenti di raggiungere le proprie case. Un po’ come accade da due settimane sulla strada per San Carlo. Due collegamenti, l’uno e l’altro, di vitale importanza. Forse la prevenzione sarebbe stata meglio della cura.

Alberto Bruzzone