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Politica | 23 novembre 2018, 13:02

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il vicepresidente Viale: "Prosegue il lavoro in rete per far emergere violenze sommerse dai pronto soccorso"

In aumento (+15%) le richieste di informazioni da parte dell'autorità giudiziaria al sistema sanitario su casi sospetti

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il vicepresidente Viale: "Prosegue il lavoro in rete per far emergere violenze sommerse dai pronto soccorso"

Sono state 73, da marzo a ottobre di quest’anno, con un incremento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2017, le richieste avanzate dall’Autorità giudiziaria o dalla Polizia giudiziaria per acquisire informazioni sugli accessi al pronto soccorso per i  casi sospetti di violenza ai danni di donne o minori, sulla base del “Protocollo per la prevenzione ed il contrasto della violenza nei confronti di donne, minori e categorie vulnerabili - inRete contro la violenza”, siglato l’8 marzo scorso tra Prefettura di Genova, Procura della Repubblica e Regione Liguria.

Delle 73 richieste complessive, 60 provengono dal territorio della Asl3 e 13 dalla Asl4 Chiavarese; 62 richieste hanno riguardato donne (36 italiane, 26 straniere), 11 hanno riguardato maschi (8 stranieri e 3 italiani) e 4 hanno riguardato minori. A fare il punto della situazione è la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria, Sonia Viale, in vista della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre e nell’ambito della campagna regionale di sensibilizzazione #nessunascusa.

“Questi dati, con un incremento delle richieste di informazioni su casi sospetti rispetto all’anno scorso, ci dicono che siamo sulla strada giusta – spiega l’assessore Viale - e che il lavoro in rete avviato pochi mesi fa sta funzionando. L’obiettivo comune è duplice: sia dare informazioni utili per i procedimenti giudiziari sia far emergere le potenziali violenze ‘sommerse’, intercettando il fenomeno a partire dai pronto soccorso. Rimane sostanziale la presa in carico delle vittime, anche da parte dei centri antiviolenza”.

Come previsto dal Protocollo, Regione Liguria ha costituito attraverso Alisa un tavolo regionale con i professionisti delle aziende sanitarie e ospedaliere per garantire l’accompagnamento della vittima di violenza al Pronto Soccorso e curare la formazione continua degli operatori sanitari, sociosanitari e sociali sul tema dei maltrattamenti. 

“Le nostre aziende sanitarie e ospedaliere – aggiunge l’assessore Viale - hanno già realizzato azioni concrete di contrasto alla violenza sulle donne e soprattutto sui minori, con percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali ad hoc con il coinvolgimento di equipe multidisciplinari (medico legale, psichiatria, pediatra, assistente sociale), procedure specifiche e ambulatori dedicati nei pronto soccorso. Lo sforzo che stiamo compiendo è volto a mettere a sistema le azioni già intraprese, per poter intercettare in modo sempre più efficace e tempestivo i casi sospetti, garantendo un comportamento omogeneo da parte degli operatori dei Pronto soccorso che, grazie alla possibilità di monitorare gli accessi, svolgono il ruolo di “sentinelle” rispetto ai casi sospetti di violenza che vengono collegati e tracciati”.

Sotto la lente di ingrandimento sono posti i casi ripetuti negli anni di accessi nei pronto soccorso da parte della stessa persona per “infortunio domestico” oppure per “asserita violenza altrui” oppure per “trauma accidentale” o per “causa sconosciuta”, secondo le modalità concordate in sede di protocollo. Ad Alisa il compito di fornire i dati in funzione delle cause di accesso, estrapolando ogni anno, entro il mese di aprile, i casi che presentino queste specifiche caratteristiche, monitorando anche gli accessi dei minori e delle persone fragili o con handicap in tutti i pronto soccorso liguri. Per quanto riguarda le donne in particolare, confrontando i dati del triennio 2012 - 1° semestre 2015 con il triennio successivo, dal 2015 al primo semestre 2018, si è registrato un incremento dei casi “sospetti”. Nel triennio 2012-2015 sono stati estratti i casi di 1.199 donne per complessivi 15.327 accessi nei pronto soccorso mentre nel triennio successivo i casi sospetti riguarderebbero 1.402 donne diverse, per complessivi 17.749 accessi.

“È indispensabile sottolineare che non si tratta di donne che hanno subito violenza – conclude l’assessore Viale – ma di casi “sospetti”, estrapolati dal sistema in base ai criteri condivisi con la magistratura che ha a disposizione elementi da valutare nell’ambito della propria attività di indagine”. La lotta alla violenza sulle donne “è un tema complesso, su cui è fondamentale sensibilizzare i cittadini, a partire dai giovani e giovanissimi, anche attraverso i social con la campagna #nessunascusa che tutti siamo chiamati a condividere”, conclude l’assessore Viale.

Comunicato stampa

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