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Eventi | 19 novembre 2018, 07:41

A Pietra Ligure un incontro con il sociologo Leonardo Palmisano sul tema del caporalato

Martedì 20 novembre alle ore 21, presso la sala consiliare del Comune

A Pietra Ligure un incontro con il sociologo Leonardo Palmisano sul tema del caporalato

 

Martedì 20 novembre 2018, ore 21, presso la sala consiliare del Comune di Pietra Ligure, si terrà l’incontro con il sociologo Leonardo Palmisano sul tema del caporalato.

I metodi utilizzati dalle mafie per ottenere profitti illegali sfruttando i lavoratori trovano la massima espressione in campo agricolo, nel Sud Italia, attraverso il caporalato, che sfrutta soprattutto i migranti. Le inchieste condotte in tutta Italia da Leonardo Palmisano dimostrano però che il metodo è stato esportato in tutte le regioni ed in tutti i settori produttivi. Ed anche gli Italiani possono trovarsi vittime di questi sistemi mafiosi. Sia direttamente come lavoratori sfruttati ed umiliati, sia indirettamente, perché la concorrenza sleale delle mafie mette in ginocchio gli imprenditori onesti.

Leonardo Palmisano è conosciuto soprattutto per i suoi saggi (“Ghetto Italia” con Ivan Sagnet, “Mafia caporale”), ma ha recentemente pubblicato anche un romanzo noir dal titolo “Tutto torna – il primo caso del bandito Mazzacani”. Un modo per raccontare – brillantemente – i reali intrecci delle mafie in Puglia, ma anche per poter delineare degli scenari verosimili di come le mafie siano in grado di adattare i loro metodi per sfruttare ogni nuova occasione offerta dal mercato o dalle scelte politiche.

L’incontro conclude l’iniziativa “Umanità in movimento”, organizzata a Pietra Ligure con il patrocinio del Comune da diverse associazioni sensibili al tema dell’accoglienza dei migranti (“Forum beni comuni, legalità e diritti”, Stella del Carmo, I.SO.LA, L’altra Liguria, Presidio ponente savonese di Libera).

I primi due incontri hanno puntato l’attenzione sui modelli possibili di integrazione dei migranti, tra cui il modello Riace. Ed hanno dato voce anche ai migranti presenti sul territorio, grazie alla collaborazione con i centri di accoglienza locali. Quest’ultimo incontro si pone un interrogativo sul perché i modelli di integrazione siano osteggiati da tanta parte della politica e della società. E’ facilmente dimostrabile che lo sfruttamento dei migranti come manodopera in nero danneggia l’economia sana. Che ha invece bisogno di lavoratori stranieri da inserire il modo legale. Allora a chi conviene ostacolare un arrivo regolamentato e legale della manodopera straniera in Italia? Alle mafie sicuramente.

 

Comunicato stampa

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