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| 14 novembre 2018, 18:32

Gestione degli impatti ambientali nei lavori per il Terzo Valico: parte la campagna informativa

L’Osservatorio Ambientale “di prossimità” presenta la nuova campagna di comunicazione e traccia un bilancio dell’attività sul territorio

Gestione degli impatti ambientali nei lavori per il Terzo Valico: parte la campagna informativa

Ritornare con un’azione forte di comunicazione ai cittadini, non solo aggiornando le informazioni sul tema amianto, ma trattando anche gli altri temi ambientali più rilevanti per il Terzo Valico su cui l’Osservatorio Ambientale svolge un’azione di vigilanza.

Questo l’obiettivo della nuova campagna informativa presentata oggi presso la Prefettura di Alessandria da parte del presidente dell’Osservatorio, Claudio Coffano, campagna che, rispetto alla precedente di inizio 2017 focalizzata solo sul tema amianto, allarga l’attenzione anche alle altre componenti ambientali, quali tensioattivi nelle terre da scavo, acque superficiali e sotterranee, aria, rumore e viabilità.

"Con l’iniziativa che presentiamo oggi – commenta Coffano – vogliamo dare un segnale forte di attenzione: cittadini ed enti locali hanno nell’Osservatorio Ambientale “di prossimità” un punto di riferimento e confronto concreto. I risultati dei primi mesi di attività mostrano già quanto il nuovo assetto dell’Osservatorio sia funzionale a un’opera importante e delicata come il Terzo Valico".

La campagna si articola in diverse forme, a partire dal nuovo opuscolo La gestione degli impatti ambientali nei lavori per il Terzo Valico, che già da oggi è scaricabile dal sito terzovalico.mit.gov.it. Testi aggiornati e nuove sezioni spiegano le modalità con cui l’Osservatorio Ambientale del Terzo Valico garantisce la tutela dell’ambiente e della salute rispetto ai rischi e disagi indotti dalla realizzazione dell’opera.

La corposa parte sulla gestione del rischio amianto aggiorna i contenuti dell’opuscolo realizzato nel 2017, a seguito di importanti novità come: la nuova edizione del Protocollo Gestione amianto che sostituisce quella del 2014; le doppie analisi sulle terre effettuate anche in base al metodo dell’amianto totale per ridurre ulteriormente il margine di errore; l’ulteriore cautela per i siti di deposito con destinazione d’uso agricolo dove è imposto uno strato finale sterile di 1 metro di terre completamente prive di amianto. Rimarcando che a oggi, con oltre 21 km di gallerie scavate anche in presenza di amianto, all’esterno dei cantieri non è mai stata rilevata una concentrazione di fibre di amianto nell’aria maggiore al limite di 1 fibra al litro.

Seguono le parti dedicate agli altri temi ambientali più rilevanti per il Terzo Valico:

  • il trattamento dei tensioattivi contenuti nelle terre scavate con le talpe, con un approfondimento sullo studio ecotossicologico predisposto dall’Istituto di ricerca Mario Negri in contraddittorio con Arpa Piemonte e sulle tutele ambientali adottate nel deposito intermedio di Romanellotta dove avviene il processo di biodegradazione dei tensioattivi;
  • la salvaguardia delle risorse idriche, intese come acque sia superficiali che sotterranee, che rappresentano la componente ambientale potenzialmente più impattata dai lavori; viene spiegato quali sono i controlli previsti dal Piano di monitoraggio ambientale (Pma), le misure imposte dall’Osservatorio per migliorarne l’efficacia e gli interventi sugli acquedotti per garantire il servizio anche in caso di depauperamento o isterilimento delle sorgenti a causa degli scavi;
  • allo stesso modo per quanto riguarda la qualità dell’aria (in particolare la quantità di polveri sottili PM10) e il rumore sono illustrati i controlli effettuati, attraverso rispettivamente 180 e 100 centraline, le novità introdotte dal Protocollo di Qualità dell’Aria per una maggiore accuratezza nell’interpretazione dei dati e le azioni di mitigazione che vengono attuate in caso di superamento dei valori limite;
  • infine, ma non meno importante, un capitolo affronta il tema della riduzione dell’impatto sulla viabilità del traffico di cantiere, sia attraverso interventi di adeguamento stradale e realizzazione di nuove infrastrutture, come la rotonda autostradale di Vignole Borbera, sia attraverso il monitoraggio dei flussi di traffico, facilitato dal sistema di tracciamento Gps installato da Cociv su tutti i mezzi pesanti. Ma anche attraverso interventi innovativi, come il nastro che a Cravasco trasporterà le terre direttamente dal cantiere al sito di deposito, riducendo il traffico su gomma.

I temi ambientali dell’opuscolo sono il filo conduttore dell’intera campagna, con livelli di approfondimento diversi a seconda dei media. Ecco quindi le pillole video per il web, dove i membri dell’Osservatorio in brevi interviste spiegheranno i vari argomenti con un linguaggio semplice e diretto.

Prevista inoltre una visita per i media locali su un cantiere e un sito di deposito, occasione in cui approfondire tutti i temi della campagna.

Altro veicolo di diffusione saranno poi i monitor distribuiti sul territorio, nei comuni interessati dal passaggio della nuova linea, che - oltre a trasmettere news dal sito ufficiale, informazioni sul trattamento dell’amianto e i risultati dei controlli dell’aria - rilanceranno le pillole video.

Infine, è già stata fissata la data – il 27 novembre ad Alessandria – dell’incontro pubblico in cui l’Osservatorio Ambientale spiegherà ai cittadini la gestione degli impatti ambientali e risponderà alle loro domande: in vista dell’appuntamento, l’indirizzo email dell’Infopoint Terzo Valico (infopoint.tvg@mit.gov.it) è a disposizione per raccogliere richieste di informazioni, dubbi e quanto gli abitanti sono interessati ad approfondire sui temi ambientali legati all’opera.

L’Osservatorio Ambientale opera direttamente sul territorio interessato dalla costruzione dell’opera dallo scorso settembre 2017, dopo lo spostamento di sede da Roma ad Alessandria, a seguito della richiesta di sindaci, istituzioni regionali e commissario di governo per il Terzo Valico.

È tempo quindi di tracciare un primo bilancio dell’attività, sottolineando innanzitutto – come ha fatto il presidente Coffano – che "la scelta di trasferire l’Osservatorio si è dimostrata molto efficace. Essere vicini ai cantieri, poter raccogliere più agevolmente richieste ed esigenze del territorio e prendere decisioni tempestive rende la nostra attività di monitoraggio e controllo dell’ambiente molto più efficiente".

Sono quindi stati illustrati i risultati conseguiti in questi mesi, grazie anche all’attività dei sei gruppi di lavoro dedicati ad Amianto, Sito web e modalità comunicative, Rumore, vibrazioni e qualità dell’aria, Verifica tecnica del Pdu-Piano di utilizzo delle terre da scavo, Idrogeologia e Viabilità.

In linea generale, la vicinanza all’opera ha consentito di intensificare i sopralluoghi per effettuare verifiche e monitorare alcune criticità sul territorio. Altrettando produttivo l’aspetto relativo all’elaborazione e aggiornamento di protocolli e procedure, tra cui:

  • come già accennato, la revisione del Protocollo Gestione Amianto: fra le novità un modello geologico aggiornato, un affinamento della definizione degli stati di allerta e delle conseguenti modalità di intervento, il metodo di campionamento sul fronte di scavo con Tbm, le modalità di gestione corretta delle acque utilizzate in cantiere;
  • le nuove linee guida per il monitoraggio delle polveri sottili, finalizzate a valutare l’impatto dei cantieri sui livelli di PM10 rispetto ai limiti normativi e ai valori ambientali esistenti prima dei lavori;
  • la sistematizzazione delle procedure per il trattamento dei tensioattivi contenuti nelle terre scavate con metodo meccanizzato (talpe), per quanto riguarda sia il metodo di determinazione delle concentrazioni di questi additivi, sia la gestione delle terre addizionate nel deposito intermedio di Cascina Romanellotta (Pozzolo Formigaro) dove stazionano per consentirne la naturale degradazione;
  • i report mensili richiesti dall’OA a Cociv con i risultati dei monitoraggi sulle varie componenti ambientali, che consentono – nel caso di eventuale superamento rispetto alle soglie previste dalla normativa – di verificare l’esistenza di una correlazione con le attività di cantiere e in questo caso di intervenire tempestivamente con misure di mitigazione e successivi monitoraggi di verifica;
  • la metodica da campo per il campionamento, cioè la modalità con cui viene costituito in cantiere il campione di terra da scavo, su cui vengono poi effettuate le analisi al fine di determinare l’eventuale presenza e quantità di amianto.

 

 

Redazione

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