Da martedì scorso il sottopasso di via Pacoret a Multedo è rimasto chiuso. Solo domenica mattina, con il miglioramento del tempo, è stato riaperto. Oggi nuovamente reso inaccessibile.
Sono giornate di infiniti disagi per gli automobilisti, gli autisti dei mezzi pesanti, i residenti, tutti quelli che transitano nel quartiere. I mezzi in uscita dal casello autostradale e quelli provenienti dal centro sono dirottati sotto un voltino stretto, mentre gli autospurgo continuano a operare sotto il ponte della ferrovia, nel tentativo di rendere agibile la strada.
Quello che c’è di brutto è che la situazione è destinata a ripetersi, ogni volta che pioverà un po’ più del solito. Perché ormai la capacità recettiva dei sottoservizi è al limite e perché il problema non è di un paio di tombini, ma strutturale. Sotto queste strade passa lo scatolato del rio Rostan. E’ il suo ‘tappo’ alla foce a creare tutti questi problemi.
Ma su chi deve intervenire è un mistero. Il solito rebus all’italiana: spetta al Comune, no spetta ad Autorità Portuale, no spetta a Carmagnani. Spetta a tutti e non spetta a nessuno. E, alla fine, il problema non viene mai affrontato.
Intanto, però, si apre uno spiraglio. La società Carmagnani “in data 14 novembre 2018 avvierà l'intervento di sgombero del tratto occluso della tombinatura del rio Rostan, che attualmente limita quasi del tutto il deflusso delle reti bianche poste nel sottopasso di via Ronchi e che scaricano appunto nel rio. L'attuazione dell'intervento era legata al rilascio dell'autorizzazione da parte di Autorità Portuale, di recente emissione”: lo scrivono gli uffici del Comune di Genova. “Al termine - prosegue la nota - dell'intervento di sgombero, che durerà circa cinque settimane, e soprattutto al termine delle operazioni di bonifica del sito da parte di Carmagnani, se previste, il Comune procederà con la progettazione di un potenziamento della rete bianca, già precedentemente preso in esame con numerose verifiche tecniche sulle defluenze, e interrotto a causa del ritrovamento di sostanze inquinanti e dell'attività di monitoraggio ambientale avviata da Carmagnani. La progettazione potrà prendere in considerazione la soluzione dell'installazione di pompe”.
La situazione assai critica è stata denunciata nei giorni scorsi, tra gli altri, anche da Mauro Avvenente, consigliere comunale del Partito Democratico ed ex presidente del Municipio VII Ponente: “Ancora una volta, l'ennesima volta - afferma - il sottopasso di via Pacoret de Saint Bon si allaga in caso di pioggia. I mezzi in uscita dal casello di Pegli sono costretti a muoversi in contromano, per raggiungere via Ronchi e rimettersi sulla viabilità principale. La Protezione Civile deve ogni volta intervenire con delle idrovore e deve prodigarsi per svuotare il lago che si forma sotto il ponte ferroviario”.
Avvenente informa che “a mia specifica segnalazione, mi è stato risposto che l'acqua non defluisce normalmente a causa dell'intasamento della foce del rio Rostan, ostruita dalla sabbia accumulata a seguito della violenta mareggiata della settimana scorsa. Spetta al comune, no spetta a Carmagnani, no spetta ad Autorità Portuale. A noi cittadini non può importare di meno a chi tocchi fare i lavori, l'importante è che chi deve eseguire le opere provveda immediatamente. Non è più possibile procrastinare oltre una situazione divenuta insostenibile che di fatto interdice la fruibilità del casello di Pegli in caso di maltempo e con la situazione di traffico complesso che caratterizza il Ponente dal crollo del Morandi in poi, non è più possibile tergiversare oltre”.
Il consigliere di Tursi ricorda: “Questa primavera Aster aveva fatto partire un cantiere per la messa in sicurezza della foce del rio Rostan, ma a metà dell’opera sono emersi degli sversamenti di sostanze oleose. Io ritengo che occorra bonificare e provvedere a completare i lavori di messa in sicurezza della foce, inopinatamente interrotti a causa dell'inquinamento. E poi, sono anni che si dibatte se realizzare un ‘martello’ di scogli a protezione dello scatolato del rio Rostan per evitare che ogni mareggiata lo intasi di sabbia e costringa poi a sperperare denari pubblici in interventi palliativi. Si spenda una volta per tutte quanto necessario e utile a fare opere di protezioni a mare che possano evitare il ripetersi di situazioni che si reiterano ad ogni onda lievemente più potente”. Avvenente annuncia che presenterà un’interpellanza già nel consiglio comunale previsto per domani.