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Solidarietà | 10 novembre 2018, 12:56

A Vado Ligure nasce il "Progetto Clelia"

Iniziativa per sensibilizzare la popolazione sul tema del femminicidio, in memoria di Clelia Corradini

A Vado Ligure nasce il "Progetto Clelia"

Domenica 25 Novembre ore 15.30 presso sala Fisios Via sabazia 30, Vado Ligure ci sarà la presentazione del Progetto Clelia rivolto alla sensibilizzazione della popolazione su un tema purtroppo attuale come il femminicidio.

Si alterneranno momenti musicali a racconti in prima persona. Seguirà posa ed inaugurazione di un tabellone presso il Monumento dedicato a Clelia Corradini. Il Progetto Clelia è svolto in collaborazione con il Comune di Vado Ligure e con la partecipazione di Fisios.

Spiegano gli organizzatori:

CHI SIAMO NOI?

"Noi siamo un gruppo di Volontari della C.R.I. Comitato di Vado Ligure-Quiliano con tante idee per la testa. Siamo per alcuni versi partigiani del nostro tempo, cerchiamo di aiutare chi ha bisogno dedicando il nostro tempo libero. Forse abbiamo esagerato un po’… beh noi in realtà non affrontiamo tutto quello che è stato affrontato dai Partigiani ma nel nostro piccolo ci troviamo ad affrontare situazioni di sofferenza e difficoltà che mettono alla prova la nostra capacità di reagire. Ci siamo trovati a pensare a Clelia Corradini, ci siamo resi conto che quasi nessuno sa chi sia, quasi nessuno sa cosa ha dovuto affrontare e quasi nessuno sa della presenza di un monumento a Lei dedicato. Pensando a Lei, abbiamo pensato alle vittime del femminicidio e secondo noi Clelia potrebbe esserne un simbolo. Per questo motivo siamo qui".

COSA VOGLIAMO FARE?

"Vogliamo sensibilizzare la popolazione su un tema troppo importante come il femminicidio. Vogliamo iniziare ad insegnare il rispetto della donna a partire dai bambini fino ad arrivare agli anziani. Vogliamo far smettere di pensare che esistano lavori da donna e lavori da uomo, sport da donna e sport da uomo, vogliamo cercare di cancellare le differenze stupide. Uomo e donna sono diversi, lo sappiamo bene ma secondo noi possono comunque fare le stesse cose magari in maniera diversa. Sinceramente ci fa un po’ strano scrivere queste cose, per noi le uniche differenze che ci distinguono sono quelle fisiche. I capelli, gli occhi, l’altezza,… queste sono le differenze oggettive! Con questo non vogliamo dire che siamo tutti uguali, al contrario siamo tutti meravigliosamente unici, siamo noi e proprio questo deve essere ciò che ci spinge ad amare l’altro.

L’8 marzo scorso, in occasione della Giornata della Donna abbiamo lanciato un’iniziativa. Abbiamo chiesto a uomini e donne di postare la foto del palmo della mano o delle labbra sulla pagina del Comitato scrivendo #lhouccisaperchelamavoFALSO. Unico “obbligo” rossetto rosso sulle labbra e la parola NO scritta sul palmo della mano".

CHI ERA CLELIA CORRADINI?

"Mercoledì 23 Agosto 1944 è stata assassinata a Vado dai nazifascisti l’operaia CLELIA CORRADINI vedova con 3 figli ed i vecchi genitori a carico. Arrestata assieme ad altri pacifici cittadini vadesi subiva lunghe torture e sevizie di ogni sorta. Accusata di essere una Patriota dei Gruppi di Difesa della Donna e di avere un figlio - Sergio - combattente nelle file dei partigiani, i suoi carnefici tentarono con i mezzi più brutali di strapparle delle delazioni; ma non riuscirono a nulla. Il fiero comportamento dell’eroica Madre fu meraviglioso! Essa si mantenne calma ed irremovibile sopportando impavida le peggiori torture fisiche e morali. Viste inutili le minacce e le selvagge torture i suoi aguzzini la condussero in un prato per fucilarla. Per ben 4 volte le spianarono contro i moschetti per intimorirla e farla parlare; ma inutilmente! La fiera volontà dell’Eroina era più forte della morte: essa superò vittoriosamente anche questa terribile, inumana prova! L’ufficiale che comandava il plotone di esecuzione ordinò il fuoco ma Clelia davanti al plotone di esecuzione, ebbe ancora il coraggio di gridare "Ma non ce l'avete una madre?" facendo decidere i soldati a deporre le armi e si rifiutarono di sparare: (forse qualcuno si ricordò di avere una madre). Allora l’ufficiale stesso, impugnato un mitra lo scaricava freddamente e bestialmente sulla vittima. Prima di cadere la CORRADINI gridava: “Sergio vendicami!” L’esortazione al figlio combattente per la libertà, è stato l’estremo gesto virile di sfida e di condanna, contro l’odiato oppressore nazifascista, di questa madre esemplare. Con il suo nobilissimo sacrificio, Essa assurge a simbolo della fierezza e del patriottismo delle donne del Savonese. MA IL SUO SACRIFICIO NON È STATO VANO!"

Comunicato Stampa

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