- 06 novembre 2018, 12:01

Amiu in affanno per il Morandi e per il maltempo cerca nuove aree operative

L'azienda pubblica che si occupa dei rifiuti genovesi attraverso un comunicato stampa fa il punto delle criticità in essere dal crollo del ponte, e sensibilmente aggravate dall'ondata di maltempo

Dal crollo del Ponte Morandi, la normale operatività di Amiu e il sistema complessivo di produzione e gestione rifiuti nel suo complesso, hanno subito gravi ripercussioni a causa dell’indisponibilità di spazi di stoccaggio e trasferimento dei diversi materiali raccolti: questa in sintesi la situazione che l'azienda si trova a dover fronteggiare, e rispetto alla quale si sta confrontando con Comune e Regione

"Basti pensare che dal 14 agosto 2018 l’impianto di trasferimento del rifiuto urbano indifferenziato è fermo perché in piena zona rossa - i legge in una ota stampa Amiu - Si tratta di un impianto nevralgico per l’intera organizzazione operativa, in quanto i rifiuti provenienti dalle aree del centro e ponente cittadino erano proprio qui pressati e caricati su tir per il trasporto verso lo smaltimento (capacità 450 tonnellate/giorno)".

Anche la filiera degli ingombranti ha subito conseguenze e pesanti contraccolpi, per l’indisponibilità dell’area di stoccaggio e lavorazione di Ecolegno, situata anch’essa in piena zona rossa, con conseguenti ripercussioni nel servizio di recupero. "Se il crollo del Ponte Morandi ha compromesso l’operatività sul ponente cittadino con la perdita di aree e impianti strategici, altri due circostanze hanno accentuato la situazione di criticità - scrive Amiu - La sospensione e il rallentamento della ricettività dei rifiuti genovesi da parte di alcuni importanti impianti di trattamento extraregionali e regionali, e gli eventi metereologici eccezionali del mese di ottobre, che hanno incrementato la produzione di rifiuti misti da smaltire e l’esigenza di ripristino e pulizia straordinaria dei luoghi colpiti. L’eccezionale ondata di maltempo ha causato negli ultimi giorni un surplus di produzione di rifiuti, in particolare detriti, da rimuovere e smaltire. Amiu è intervenuta, facendosi carico non solo di quanto prodotto nel Comune di Genova, ma anche dei rifiuti provenienti dal territorio provinciale".

Questa situazione ha determinato un complessivo aumento di quantità da trasportare e smaltire, sottolineando ancora una volta la fragilità del sistema di gestione dei rifiuti, dipendente da impianti terzi e quindi non autosufficiente. "Ogni rallentamento o blocco nei processi di raccolta dei rifiuti e trasporto agli impianti provoca infatti una ripercussione diretta sul sistema, con disagi per i cittadini e il tessuto commerciale - si legge in conclusione del comunicato dell'azienda - Nell’immediato Amiu sta lavorando con il Comune e la Regione per reperire spazi operativi alternativi, in modo da garantire al più presto il superamento della fase straordinaria. È in fase di definizione, ad esempio, la sistemazione dell’impianto di trasferimento dei rifiuti in un’area provvisoria di Campi. In un quadro più generale, dopo la riapertura di Scarpino, è in corso di avanzata progettazione un impianto per il trattamento meccanico biologico (TMB), dalla potenzialità di 100 mila tonnellate, da realizzare sempre a Scarpino. In linea con gli indirizzi dell’azionista, Amiu proseguirà nell’attuazione del piano industriale e nel programma strategico di riorganizzazione basato sull’incremento della raccolta differenziata e sullo sviluppo impiantistico in modo di garantire autosufficienza e autonomia nel recupero di materia e nella gestione dei rifiuti residui".

Redazione