Raffiche superiori ai 140 km all’ora e fenomeni temporaleschi così intensi da sembrare tempeste tropicali. Si tratta di quanto è successo la scorsa settimana, a Genova e in tutta la Liguria, da Ponente a Levante.
E dal momento che proprio a Voltri, colpita dalla mareggiata che ha distrutto parte del lungomare, si trova un’apparecchiatura potentissima – e unica al mondo – per la misurazione del vento, il LiDAR, abbiamo chiesto a Giovanni Solari, docente universitario a capo del progetto “Thunderr”, che studia i temporali, a quanto soffiasse il vento quella notte del 29 ottobre scorso.
“Abbiamo visto le misure rilevate dal Lidar – afferma - che è andato ripetutamente a fondo scala, misurando il vento sopra i 30-35 metri al secondo. Siccome la scansione temporale è superiore al secondo, vuol dire che i picchi erano di 35-40 metri al secondo, che in termini di chilometri all’ora significa dai 130-140 in su. Gli altri dati degli altri strumenti li studieremo nei prossimi giorni”.
Ma come si possono spiegare questi fenomeni così violenti? “Sono fenomeni temporaleschi particolarmente intensi - conclude Solari - Parlare di cambi climatici è difficile, ma l’impressione è che il vento stia evolvendo tendenzialmente da fenomeni a scala ciclonica a localizzati temporaleschi. Ormai in molti sostengono che ci sia quindi un’evoluzione del clima che porta a un incremento del numero dei temporali e a una riduzione dei cicloni, anche se ci sono teorie molto diverse e dire cose precise è difficile”.