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| 03 novembre 2018, 11:32

Il ponte Morandi "crollato per una bobina di acciaio caduta da un camion": l'ipotesi in Procura

A fornire questa ipotesi ai magistrati è stato l'ingegner Marioni, ascoltato come persona informata sui fatti: per il tecnico a causare il collasso della struttura potrebbe essere stata una bobina di acciaio caduta da un mezzo in transito

Il ponte Morandi "crollato per una bobina di acciaio caduta da un camion": l'ipotesi in Procura

 

L'ingegnere Agostino Marioni, ex presidente della società Alga che si occupò dei lavori di rinforzo della pila 11 del viadotto Morandi nel 1993, è stato sentito come persona informata dei fatti in procura dal pubblico ministero Massimo Terrile che indaga sul crollo del viadotto autostradale.

"In un primo momento avevo pensato che la causa del crollo del ponte Morandi fosse la corrosione degli stralli - ha spiegato ai magistrati - Poi vedendo alcuni video ho iniziato a ipotizzare che a far collassare il viadotto potrebbe essere stata la caduta del rotolo di acciaio trasportato dal camion passato pochi secondi prima del crollo". Marioni ha riferito, in base ad alcuni calcoli, che se il tir, che viaggiava a una velocità di circa 60 chilometri orari, avesse perso il rotolo che pesa 3,5 tonnellate avrebbe sprigionato una forza cinetica pari a una cannonata. "Verificarlo è semplice: basta controllare se sulla bobina ci sono tracce di asfalto", ha aggiunto l'ingegnere.

Marioni ha ricordato i problemi di corrosione del ponte, imputabili ad un difetto di costruzione: "I cavi all'interno degli stralli di quella pila [la pila 11] non vennero sistemati bene; il calcestruzzo non li aveva bene avvolti. E si sono corrosi. Anche le pile 9 e 10 presentavano qualche problema, ma in misura minore, di poco rilievo".

Infine Marioni, professionista che ha lavorato su molti viadotti in tutta Italia, si è pronunciato sul progetto di demolizione dei monconi del viadotto genovese e sulla ricostruzione di un ponte ex novo. Per l'ingegnere quel che rimane della struttura crollata non va demolito: "Sarebbe come demolire il Duomo di Milano perché è crollata una guglia - ha chiarito - La soluzione migliore sarebbe quella di riparare la struttura, magari facendo le parti in acciaio e a vista.

Ma Silvio Mazzarello, uno dei titolari dell'azienda, la MCM Autotrasporti di Novi Ligure, smentisce, affermando: "La bobina era ancora sul semirimorchio, nel proprio alloggiamento, quando il tir è finito sotto il ponte Morandi. Lo si capisce da come si è deformata e dallo stato del mezzo. Tutto è documentato dalle foto della polizia". 

 

 

 

 

Redazione

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