- 02 novembre 2018, 10:42

Cosa c'è per Genova nel "Decreto Genova"?

Non viene indicata nessuna data certa per la demolizione del ponte né per la sua ricostruzione

L'approvazione a Montecitorio è stata travagliata e ora il testo passa al vaglio del Senato. Il Decreto Genova (anche detto "Urgenze", perché si estende agli eventi sismici e ad altre necessità infrastrutturali del Paese) ha incassato i voti favorevoli di Lega, M5s, Fdi (284), quelli contrari di Pd e Leu (67), mentre gli astenuti sono stati 41 (Forza Italia). La baruffa in aula è stata fittissima, con scambi di accuse e una rissa sfiorata. Opposizioni contro il ministro delle Infrastrutture Toninelli, Pd contrario alla ricostruzione delle case abusive crollate con il terremoto di Ischia, contestazioni per la norma sui livelli di idrocarburi nei fanghi usati come concime per i terreni agricoli. 

Il sindaco Marco Bucci (Commissario per la ricostruzione di Ponte Morandi) e il governatore regionale Giovanni Toti (Commissario per l'emergenza) erano intervenuti per scongiurare eventuali ostruzionismi e snellire l'approvazione del dl che dovrebbe sbloccare i fondi per la città martoriata dal crollo del viadotto: "Cari Parlamentari del Pd, siamo certi che ogni testo sia migliorabile. E anche convinti che le opposizioni abbiano il diritto di contestare e contrastare le scelte del governo. Ma anche la Liguria ha i suoi diritti. E in queste ora sta vivendo nuovi momenti difficili. Dunque fare ostruzionismo su un decreto che aspettiamo da tempo e su cui è già stato fatto grande lavoro non è tollerabile e neppure rispettoso delle sofferenze di questa terra", avevano scritto congiuntamente Bucci e Toti. 

Il decreto travagliato, anzitutto, caratterizza la figura del Commissario straordinario per Genova, evidenziando che rimarrà in carica per 12 mesi rinnovabili per non più di un triennio. Nel provvedimento si specifica esplicitamente che le spese per la ricostruzione del nuovo ponte saranno a carico di Autostrade. Ma vengono anche stanziati 30 milioni l'anno, fino al 2029, in caso la società non dovesse rispettare l'impegno o dovesse ritardare i pagamenti. Nel decreto però, come hanno fatto rilevare le opposizioni, non si menziona a chi spetta la ricostruzione del ponte

Sono messe nero su bianco alcune misure a sostegno delle imprese che hanno avuto difficoltà economiche a causa del crollo, norme che riguardano la zona portuale e retroportuale, e aiuti e sostegni anche sul fronte della tassazione ai cittadini che hanno perso la casa a causa del disastro sul Polcevera. Vengono disposte risorse per il trasporto locale (poco più di 40 milioni totali) e per gli autotrasportatori colpiti dalla frattura della viabilità. 

Ma il decreto, che originariamente doveva sbloccare fondi immediati per il capoluogo ligure messo in ginocchio, dopo due mesi e mezzo di passaggi e schermaglie politiche si è allargato per includere altri interventi: provvedimenti per le zone terremotate del Centro Italia e soprattutto Ischia (la questione del condono edilizio che ha spinto il Pd sulle barricate) e anche una norma relativa allo smaltimento dei fanghi in agricoltura, innalzando i limiti degli idrocarburi, che ha attirato gli strali degli ambientalisti. 

Non viene indicata nessuna data certa per la demolizione del ponte né per la sua ricostruzione, nessun dettaglio sulle modalità. Molto è delegato al commissario, il sindaco Bucci, che è stato nominato peraltro cinquanta giorni dopo la tragedia, e che ha già messo le mani avanti per potersi districare, con meno intoppi possibili, nella normativa contro le infiltrazioni malavitose e per mettersi al riparo da possibili ricorsi; per affrancarsi, in poche parole, dai lacci della burocrazia che allungherebbero drammaticamente i tempi. Tempi, però, per il quali il governo non ha scansionato nessuna tabella di marcia

Autostrade per l'Italia, poi, che doveva essere tagliata fuori radicalmente secondo i proclami fatti subito dopo la tragedia, rientra "dalla finestra" (rimane comunque il veto per le società di Atlantia di partecipare alla ricostruzione del viadotto). Non c'è traccia, inoltre, di riferimenti alla Gronda e al Terzo Valico, perché giudicati "non pertinenti".

Lo stanziamento, per ricostruire il ponte sul quale hanno perso la vita 43 persone e per risollevare l'economia cittadina, è complessivamente di 630 milioni di euro: 360 per la ricostruzione del viadotto e per le nuove case degli sfollati (queste ultime sarà Autostrade a pagarle); 270 per minore introito da tasse, zona franca urbana e sostegni alle imprese. A questo si aggiungono altri 460 milioni di euro del disegno di legge di bilancio 2019 che verranno ripartiti per indennizzi agli autotrasportatori, zona franca e piani di sviluppo portuale.

Il sostegno alle imprese prevede compensazioni per la perdita di fatturato e indennizzi per le strutture danneggiate. I dipendenti e i lavoratori autonomi saranno indennizzati attraverso l’erogazione di ammortizzatori sociali per dodici mesi a partire dal 14 agosto scorso. Alle imprese che trasferiranno le merci dal trasporto su strada alla rotaia verrà elargito un bonus nell'ambito del nodo logistico-portuale di Genova. Aiuti sono previsti anche per le imprese che stabiliranno la propria attività nella zona franca urbana.

Redazione