Attualità - 28 ottobre 2018, 17:00

Savona, ex tossicodipendente vive in una baracca dietro al Tribunale, l'appello del Gruppo Antipolitico: "Dignità e un tetto per questo savonese" (FOTO E VIDEO)

Il Gruppo Antipolitico Savonese ha raccontato la storia del 42enne senza fissa dimora

Un uomo, ex tossico dipendente, che vive in un capannone abbandonato dietro al Tribunale di Savona, questa la storia che è stata raccontata dal Gruppo Antipolitico Savonese.

"La storia che segnaliamo sono quelle che non vorresti mai sentire, quelle che feriscono il cuore perché credo che la dignità dovrebbe essere garantita a tutti a prescindere. E quando le ascolti, quando ti immedesimi nella loro vita, quando raccogli il loro grido di aiuto ti senti morire dentro e al di là degli errori che una persona possa avere compiuto nella sua vita quello che abbiamo visto non ha niente di umano. Loro vivono in mezzo a noi ma facciamo finta che non esistano. Ma esistono e non possiamo chiudere gli occhi. Lui si chiama Samuele, nome di fantasia, ha solo 42 anni ma vive emarginato dalla società, certo pure lui lo ammette" spiega Ned Taubl, responsabile del gruppo, che è stato nel capannone per visionare l'attuale situazione di degrado.

"Ho sbagliato, ero caduto nella tossico dipendenza non mi nascondo, ma ora sto cercando di rialzarmi ma non ho aiuti, non ho sostegno, a parte qualche pasto alla Caritas ho perso la dignità come essere umano. Vivo qui in questo capannone abbandonato dietro il Tribunale, vicino al centro cittadino ma è come se vivessi in un altro pianeta talmente mi sembra di vivere in un altra dimensione - afferma il giovane savonese - Sono senza fissa dimora, l unica cosa che chiedo è un lavoro".

"E noi a vedere questo giaciglio fatiscente dove questo ragazzo vive lascia sgomenti. Come è possibile che un cittadino italiano possa essere lasciato a vivere in queste condizioni. Sentiamo parlare che bisogna essere cittadini del mondo e sarebbe bello fosse veramente così - continua Taubl - Ma quello che documentiamo ogni volta lascia atterriti. Fissiamo quelle travi pericolanti e ci chiediamo quanto possano resistere e ci dice che ci sono stati crolli.  Ma da quello che si evince ci esponiamo ad affermare che la sua vita sia in pericolo. Come società non possiamo permettere tutto questo orrore, questo ragazzo ha sì sbagliato ma ci racconta la sua infanzia difficile e ci fa capire come non tutti riescano a reagire alle dure avversità della vita".

"Mio padre biologico non vuole saperne niente di me afferma. Il papà che mi ha cresciuto e morto come mia mamma, avevo 12 anni" spiega il 42enne.

In conclusione il Gruppo Antipolitico Savonese ha deciso di lanciare un appello: "Chiediamo dignità per questo savonese. Chiediamo un tetto decente sulla sua testa, chiediamo che le istituzioni lo aiutino a reinserirsi nella società. E' un dovere come sancito dalla Costituzione, è un dovere come paese dispensatore di diritti e di uguaglianze. E un dovere come cittadini indignarsi di fronte all'assenza di uno stato sociale. Non possiamo permettere nel 2018 che un ragazzo con una vita ancora davanti possa essere lasciato a morire in quelle condizioni".

Redazione