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| 24 ottobre 2018, 08:00

A Genova la World Music dei Feral Cor: “Cantiamo in dialetto per essere internazionali”

ll gruppo di giovani talenti è in gara per il premio “Andrea Parodi” che si svolgerà a Cagliari a inizio novembre (VIDEO)

A Genova la World Music dei Feral Cor: “Cantiamo in dialetto per essere internazionali”

Se vi state chiedendo che cosa sia la World Music, questo è il momento giusto per imparare qualcosa di nuovo. Si sa, nella musica, come nella moda, gli stili evolvono continuamente, si mischiano, si incastrano e plasmano nuovi suoni che prendono forme diverse a seconda degli artisti e della loro visione del mondo. Ecco come può essere spiegato questo genere di cui non si sente spesso parlare - perlomeno ultimamente - da quando Indie, Trap e Rap la fanno da padroni.

I Feral Cor sono Giulia Zerbino, Alessandro Davi, Pietro Cataldi, Tamer Nassar e Giovanni Perotto, ma dietro di loro - un po’ come un coro che sostiene le melodie e unisce i suoni - ci sono tante altre persone che contribuiscono a rendere eterogenee e sempre diverse - ma in un modo o nell’altro tutte collegate - le loro creazioni musicali.

Amano raccontare storie in modo semplice ma raffinato, utilizzando tutte le sfumature dei diversi generi musicali, facendo attenzione ad ogni suono e studiando profondamente le migliori composizioni. Non hanno fretta di buttarsi nelle parole, ma spesso lasciano il giusto spazio alle melodie, permettendo all’ascoltatore di godere appieno di ogni singola nota.

Così come nei suoni e negli strumenti utilizzati, anche nelle lingue non vi è omogeneità. Sperimentano in italiano, certamente, ma anche in spagnolo... e in genovese.

Il dialetto, considerato come una vera e propria lingua, ha permesso loro di distinguersi e spiccare tra molti altri artisti. “Ho spinto molto sulla scelta del genovese come lingua da utilizzare nei brani - spiega Alessandro Davi, voce e chitarra della band, - Sicuramente è un modo per arrivare alla gente e incuriosirla, ma quello che più ci interessa è mantenere vivo questo dialetto anche tra i giovani. Spesso, quando ci esibiamo, riceviamo complimenti per il nostro portoghese…”.

E sarà proprio in genovese il brano che la band porterà a Cagliari in vista del premio “Andrea Parodi” tra l’8 e l’11 novembre prossimi. Si intitola La Sajetana e farà parte del nuovo disco in uscita a gennaio, sul quale, tuttavia, non vogliono anticipare troppo.

“Il genovese come lingua è un valore aggiunto alla nostra musica - continua Alessandro Davi - mi piace come suona e, nonostante i giovani ne siano distanti, sarebbe bello se esso vivesse maggiormente nelle arti, in modo che tutti possano goderne, come avveniva un tempo”.

La Sajetana permetterà così a Genova e alla sua lingua più antica di farsi conoscere anche in terra sarda, quella terra che, sul finire degli anni ‘70, accolse uno dei più grandi poeti contemporanei e ne cambiò per sempre il modo di fare musica.

La domanda su Faber - anche se un po’ scontata - è venuta fuori quasi da sola: “Non ci permettiamo di paragonare la nostra musica al grande Fabrizio De André - racconta Tamer Nassar - per noi rimane intoccabile e inarrivabile, ma non si può negare la nostra ispirazione a lui”.

Nel frattempo, in attesa di partire alla volta di Cagliari, la band ha previsto il lancio del videoclip del brano per questo venerdì 26 ottobre.

Il video sarà visibile in esclusiva su La Voce di Genova.

Alua se vedemmu, figgeu!

 

Giovanna Ghiglione

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