- 22 ottobre 2018, 18:38

Crollo Morandi, i dubbi del Codacons sulla rilevanza del "reperto 132"

Secondo il consulente dell'associazione che difende i diritti dei consumatori gli esami sullo strallo e sulla sua erosione da soli potrebbero non essere sufficienti a spiegare il crollo del viadotto

Secondo l'ingegner Aniello Nazaria il il reperto numero 132, che mostrerebbe un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio dentro lo strallo di cemento armato, potrebbe non essere da solo sufficiente, anche se analizzato a fondo, a spiegare la dinamica del crollo del ponte Morandi.

Per Nazaria le verità che il reperto 132 può raccontare sul crollo del Morandi sono "senz'altro di grande importanza, ma dobbiamo mantenere la calma: è ancora presto per capire se e fino a che punto sarà determinante per stabilire le cause del crollo. Dobbiamo tra l'altro attendere le analisi di laboratorio che saranno eseguite in Svizzera". E' quanto afferma, consulente tecnico incaricato dal Codacons, parte offesa nel procedimento sul crollo di ponte Morandi.

"Devono ancora essere eseguite - aggiunge Nazaria - molte verifiche. In settimana verrà fatta una valutazione sui tir che si trovavano sul viadotto, sul loro peso e sul loro carico, sulla bobina d'acciaio che uno degli autoarticolati trasportava, sulla traiettoria della sua caduta. E poi bisogna esaminare i reperti relativi al troncone posto dall'altro lato del Polcevera. C'è ancora molto lavoro da fare".

RG