In queste ore in cui ormai, appena scatta un allarme per il meteo, stiamo un po’ tutti in ansia e con il naso all’insù - vige l'allerta arancione a Genova e rossa nel Ponente ligure, mentre sulle coste americane si vive l’incubo dell’uragano Michael e la Spagna fa la conta dei danni per il temporale dei giorni scorsi – loro fanno le previsioni sul vento e studiano i temporali. Ma non sono meteorologi. E nemmeno “cacciatori” di uragani. Anche perché i cicloni, volendo, li riproducono loro stessi in laboratorio, anche se in scala ridotta.
Si tratta di Giovanni Solari e del suo gruppo di ricercatori dell’Università di Genova. E infatti siamo andati proprio dove si trova la Galleria del Vento del DICCA (Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale), per capire più da vicino come si studiano i fenomeni ventosi e in particolare in che cosa consiste il progetto Thunderr (acronimo dei termini inglesi THUNDERstorm, “temporale” e Roar, “fragore”) vincitore del prestigiosissimo Advanced Grant, conferito dall’European Reserch Council (per la prima volta al mondo assegnato a un progetto di Ingegneria Civile).
Il Professor Solari, genovese, con laurea in Ingegneria Civile, vanta molti primati e riconoscimenti internazionali, tanto da essere uno dei principali esperti al mondo. Basti pensare che grazie alla sua specializzazione in Ingegneria del Vento - è stato il primo in Italia e in Europa - ha ricevuto le Medaglie Cermak, Davenport, Scanlan e Flachsbart, e si deve a lui la fondazione del primo corso di Laurea in questa materia, oggi diffuso anche in altre Università.
Professore in Tecnica delle Costruzioni e Ingegneria del Vento anche all’estero, ha studiato alcune delle infrastrutture e degli edifici più famosi del mondo: dalla Torre di Pisa al Bigo di Genova, dalla passerella pedonale Serra (la più lunga d’Italia, a Milano, con i suoi quasi 100 metri percorribili a piedi) al Ponte di Messina. Tanto che, pur non essendo stato ancora realizzato, lo studio cui Solari ha contribuito, è quello che è stato copiato ed esportato per la realizzazione di molti altri famosi ponti nel mondo. Del Morandi non vuole parlare, ma ricorda, mostrando i modellini nel laboratorio dove si trova la Galleria del Vento, che lì sta studiando anche la futura copertura dell’Ilva di Taranto, mentre i professori Piccardo e Repetto si occupano della stabilità della Gronda.
E a proposito di Alta Velocità, bisogna ricordare che si deve a lui la sicurezza dei treni su cui viaggiamo. Almeno quelli più veloci, che rischiano di ribaltarsi se soffiano raffiche di vento particolarmente forti. Come si deve sempre a lui e all’Università di Genova la sicurezza dei porti: infatti, il loro sistema previsionale è diffuso in tutti i porti dell’Alto Tirreno. Da qui, sfruttando questa rete di monitoraggio del vento, incuriositi dall’esame delle misurazioni effettuate nel Tirreno, hanno pensato al temporale, per riprodurne un modello.
Questo, appunto, avviene grazie al progetto Thunderr, nato un anno fa, cui lavorano circa 20 ricercatori, nazionali e internazionali. Che ha importanti ricadute dal punto di vista delle future costruzioni. Almeno per quanto riguarda grattacieli e grandi infrastrutture.
“Abbiamo progettato per cinquant’anni strutture pensando che il vento si identifichi con formazioni a grande scala, cioè pensando ai venti ciclonici, mentre negli ultimi vent’anni abbiamo capito che ogni volta che alle medie latitudini abbiamo un danno importante, la causa è un temporale. Quindi paradossalmente calcoliamo le strutture per un tipo di vento quando in realtà quello pericoloso, nel 90% dei casi, è un altro fenomeno - spiega - Così, sfruttando l’unicità di questa rete di monitoraggio, abbiamo lanciato il progetto per ricreare un modello di temporale ed elaborare un modello di calcolo delle costruzioni effettivamente in grado di tener conto di questo fenomeno”. Tra l'altro in aumento, come frequenza e intensità, a differenza dei cicloni, che sono in diminuzione.
E all'Università di Genova li studiano avvalendosi di uno strumento unico al mondo, che misura il vento tramite un raggio laser, il LiDAR, che al momento si trova sul molo di Voltri. “Fa scansioni sul piano orizzontale misurando la velocità radiale fino a 15 chilometri di distanza – spiega Massimiliano Burlando - La testa dello strumento si muove spostandosi da est a ovest, ruotando, e spostandosi misura la componente del vento nella direzione radiale. Per esempio il Primo ottobre abbiamo rilevato la forte Tramontana che ha causato anche problemi: arrivava da Nord, a venti metri al secondo. Le scansioni da eseguire si possono programmare come vogliamo, anche con scansioni verticali o coniche”.
Infine va sottolineato che la specializzazione in Ingegneria del Vento - che ha applicazioni in ogni settore, da quello climatico a quello ambientale - è molto ricercata, specialmente dalle compagnie di costruzione estere, come la RDW, con sede in Canada e circa cento ingegneri con PhD in Ingegneria del Vento: “Molti dei miei migliori studenti sono in giro per il mondo a lavorare grazie alle competenze che hanno. Naturalmente stiamo parlando di competenze che vengono applicate a strade, ponti, grattacieli, perché sono fondamentali per le grandi opere”.