“Ho conosciuto mio fratello quando ero molto piccolo”. Non riescono a rimanere seri - forse perché seri non lo sono stati mai, i Cartabianca. Si chiamano Francesco e Fausto Ciapica e oltre al cognome condividono anche la loro più grande passione, la musica.
“Abbiamo scelto questo nome perché non vogliamo etichettarci - spiega Francesco - spesso le interviste o le recensioni che riceviamo tendono a collocarci entro un genere, ma questo a noi non piace. Ci hanno definiti folk-pop, punk autorale e liscio da strada, ma non vogliamo essere nulla di tutto ciò. Con gli anni 2000 le porte della musica si sono spalancate e hanno visto l’ingresso di migliaia di generi diversi, facendo perdere il significato stesso del termine. Oggi il genere non ha più senso, nemmeno tra gli umani”.
Nati a Viterbo, ma genovesi d’adozione, fin dalla tenera età, portano con sé - come lo definiscono loro - “l’imprinting centro-italico”, ma ammettono di essere molto legati alla Superba. “Prima se viaggiavo non mi succedeva - racconta Fausto - ma adesso se mi allontano da qui ne sento subito la mancanza”.
“Se fossi un cantante indie ti direi che Genova non si odia o si ama, Genova si odia e si ama. Contemporaneamente. Purtroppo non sono un cantante indie”. E sulla situazione musicale genovese sembrano abbastanza d’accordo: “La scena musicale di questa città è viva - spiega Fausto - e i genovesi dimostrano sempre di saper fare. Tuttavia mancano i luoghi dove, effettivamente, poter fare”.
Il duo di giovani cantautori ama parlare di sé senza filtri né impostazioni. Irriverenti, sinceri, spiccatamente simpatici. Non importa che davanti abbiano una persona o una telecamera, il loro messaggio è autentico e diretto: “siamo fatti così, se vi sta bene”.
Da poco hanno terminato il tour “Finalmente Live 2018”, in seguito all’uscita del loro ultimo disco “Finalmente” e raccontano di come le piccole città italiane li abbiano saputi accogliere meglio dei grandi centri urbani come Roma o Milano: “Abbiamo suonato a Recanati, è stato fantastico. Dopo la prima serata ci hanno chiamati altre tre volte”.
E alla domanda sui progetti futuri, mi prendono troppo alla lettera. “Stasera mi farò una pasta al sugo - sorride Fausto - per il resto stiamo scrivendo nuove canzoni per un prossimo disco. Attualmente stiamo attraversando una fase di assestamento. Riordiniamo le idee. Per il futuro si vedrà”.