- 10 ottobre 2018, 08:00

I fratelli Ciapica sventolano ‘Cartabianca’: “Noi indie? Il genere non ha più senso nemmeno tra gli umani”

L’irriverente duo di cantautori si racconta senza peli sulla lingua (VIDEO)

“Ho conosciuto mio fratello quando ero molto piccolo”. Non riescono a rimanere seri - forse perché seri non lo sono stati mai, i Cartabianca. Si chiamano Francesco e Fausto Ciapica e oltre al cognome condividono anche la loro più grande passione, la musica.

“Abbiamo scelto questo nome perché non vogliamo etichettarci - spiega Francesco - spesso le interviste o le recensioni che riceviamo tendono a collocarci entro un genere, ma questo a noi non piace. Ci hanno definiti folk-pop, punk autorale e liscio da strada, ma non vogliamo essere nulla di tutto ciò. Con gli anni 2000 le porte della musica si sono spalancate e hanno visto l’ingresso di migliaia di generi diversi, facendo perdere il significato stesso del termine. Oggi il genere non ha più senso, nemmeno tra gli umani”.

Nati a Viterbo, ma genovesi d’adozione, fin dalla tenera età, portano con sé  - come lo definiscono loro - “l’imprinting centro-italico”, ma ammettono di essere molto legati alla Superba. “Prima se viaggiavo non mi succedeva - racconta Fausto - ma adesso se mi allontano da qui ne sento subito la mancanza”.

“Se fossi un cantante indie ti direi che Genova non si odia o si ama, Genova si odia e si ama. Contemporaneamente. Purtroppo non sono un cantante indie”. E sulla situazione musicale genovese sembrano abbastanza d’accordo: “La scena musicale di questa città è viva - spiega Fausto - e i genovesi dimostrano sempre di saper fare. Tuttavia mancano i luoghi dove, effettivamente, poter fare”.

Il duo di giovani cantautori ama parlare di sé senza filtri né impostazioni. Irriverenti, sinceri, spiccatamente simpatici. Non importa che davanti abbiano una persona o una telecamera, il loro messaggio è autentico e diretto: “siamo fatti così, se vi sta bene”.

Da poco hanno terminato il tour “Finalmente Live 2018”, in seguito all’uscita del loro ultimo disco “Finalmente” e raccontano di come le piccole città italiane li abbiano saputi accogliere meglio dei grandi centri urbani come Roma o Milano: “Abbiamo suonato a Recanati, è stato fantastico. Dopo la prima serata ci hanno chiamati altre tre volte”.

E alla domanda sui progetti futuri, mi prendono troppo alla lettera. “Stasera mi farò una pasta al sugo - sorride Fausto - per il resto stiamo scrivendo nuove canzoni per un prossimo disco. Attualmente stiamo attraversando una fase di assestamento. Riordiniamo le idee. Per il futuro si vedrà”.

 

 

 

 

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Giovanna Ghiglione