- 03 ottobre 2018, 11:13

Secondo il prof. Gentile Autostrade conosceva il rischio Morandi

Il docente del Politecnico di Milano sostiene che l'opportunità della chiusura del viadotto era nota al gestore, in quanto contenuta nei report dei tecnici, ma si decise di tenere aperto per paura delle ripercussioni sul traffico

Sono esplosivi i contenuti delle interviste rilasciata dal professore del Politecnico di Milano Carmelo Gentile al quotidiano La Stampa e al Corriere della Sera; secondo il docente non ci sarebbero dubbi circa il fatto che Autostrade sapeva del rischio crollo relativo al ponte Morandi, ma probabilmente non si decise della chiusura per paura delle ripercussioni sulla circolazione.

"Ma l'avete letto il report della commissione ministeriale? Hanno avuto accesso a documenti e dossier realizzati in precedenza proprio da Spea, quindi dati che il concessionario stesso aveva prodotto - spiega Gentile - E lì è indicato che il fattore di sicurezza per certi segmenti d'impalcato (la strada, ndr) era più basso di 1. Significa che la resistenza è potenzialmente inferiore al carico, non vi è più certezza sulla tenuta e chi passa su quell'infrastruttura rischia: era nero su bianco".

Insomma secondo Gentile non ci sarebbe dubbio che "Autostrade aveva tutte le informazioni per chiudere il ponte. Lo dicevano i report dei suoi tecnici". Il docente del Politecnico è anche stato ascoltato dai magistrati genovesi che si occupano di indagare sul crollo coni quali ha parlato proprio di queste questioni, e del perchè si siano ignorati i senali di pericolo. "Sappiamo tutti qual era lo spauracchio per chi si affannava negli accertamenti sul viadotto: il traffico - aggiunge Gentile - D'altronde bloccarlo avrebbe significato paralizzare Genova, come accade oggi, era l'incubo di tutti. Se pensiamo che s'era deciso pure di ristrutturarlo senza chiuderlo".

Il docente poi parla della sua personale posizione ai microfoni del Corriere della Sera: "Avrei potuto fare qualcosa che non ho fatto? - si interroga Gentile - Io non avevo a disposizione i documenti dei commissari per trarre conclusioni sulla sicurezza, con il mio studio potevo osservare soltanto un pezzettino dell'insieme, le mie erano solo indagini fatte con i sensori sul posto. Non sono ancora riuscito a capire se quello che noi abbiamo osservato è connesso a quello che è successo",

RG