Politica - 03 ottobre 2018, 10:00

Plastiche e micro-plastiche in mare: 25 milioni di tonnellate di rifiuti invadono i mari europei, compreso quello ligure. Le soluzioni proposte dall'europarlamentare Renata Briano

Il 24 settembre scorso la Commissione Pesca del Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza il parere relativo alla cosiddetta direttiva sulla plastica monouso.

Quello delle plastiche e delle micro-plastiche in mare è un grande problema a livello mondiale. L’eurodeputata Renata Briano, vicepresidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo e membro sostituto della Commissione Ambiente, sta lavorando per cercare soluzioni per ridurre la dispersione della plastica nell’ambiente.

“Nel dossier dell'economia circolare - spiega Renata Briano - abbiamo posto particolare attenzione al problema della plastica in mare. Le micro-plastiche e le nano-plastiche entrano nella catena alimentare, con effetti negativi sull'intero ecosistema marino e sulla salute umana. L'Unione europea è leader nella lotta contro la dispersione della plastica. Faccio sempre questo esempio: lasciare una cannuccia sul Monte Bianco significa ritrovarla nei nostri mari, passando attraverso i torrenti e i fiumi”.

“Dobbiamo ridurre l'utilizzo della plastica - continua Briano - e disincentivare l'abbandono dei rifiuti anche attraverso opere di vigilanza. Lo abbiamo fatto con i sacchetti e lo proponiamo ora con altri oggetti monouso. In quest'ottica stiamo cercando di coinvolgere anche i pescatori, che sono i primi ad essere penalizzati. A tal proposito l’Europa finanzia progetti come fishing for litter per far sì che i pescatori possano diventare ‘operatori ecologici del mare’, in quanto sono i primi a volere un mare pulito”.

Il 24 settembre scorso la Commissione Pesca del Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza il parere relativo alla cosiddetta direttiva sulla plastica monouso. Questa proposta è nata in seguito al monitoraggio di 276 spiagge europee, in cui sono stati effettuati 679 sopralluoghi che hanno portato alla raccolta di 355.671 oggetti, il 50% dei quali derivanti da plastica monouso.

Questi dati sono preoccupanti, se si considera che ogni anno in Europa si generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, molti dei quali finiscono in mare, con pesanti ripercussioni sulle risorse biologiche marine e sugli ambienti che le ospitano. Il problema si estende automaticamente ad altri settori, come ad esempio il turismo e la pesca. A tal proposito si stima una perdita annua per la flotta europea compresa tra i 70 e i 350 milioni di euro.

“Oggi negli oceani - conclude Renata Briano - sono presenti grandi quantitativi di plastica che tendono ad accumularsi formando isole di rifiuti più estese addirittura della superficie degli Stati Uniti. Se non cambiamo subito rotta, nel 2050 nei nostri mari sarà più grande la presenza di plastica che non quella dei pesci”.


Redazione