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Attualità | 02 ottobre 2018, 11:43

Albenga, comitati insorgono sul depuratore: "Zona allagabile, cuneo salino e cattivi odori in arrivo, ma ci sono tutti i documenti?"

Ricordiamo che sul tema si era già espresso il Tar, ma i comitati continuano a segnalare problematiche relative al grigliatore.

Albenga, comitati insorgono sul depuratore: "Zona allagabile, cuneo salino e cattivi odori in arrivo, ma ci sono tutti i documenti?"

In questi giorni, dopo la riunione in provincia di Savona che pare abbia portato a un punto di contatto tra i vari Comuni del comprensorio, è tornata prepotentemente di attualità la tematica dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) idrico a gestore unico, con conseguente relazione di un Piano d’Ambito legato ad acquedotto e depurazione.

Ad Albenga è stato realizzato “Depuratore primario”, ma causa malcontento tra due associazioni, i Cittadini Stanchi e il Comitato Levante e San Giorgio, insoddisfatti del posizionamento della struttura.

Su questo argomento era stato presentato anche un ricorso al Tar sulla base delle motivazioni che oggi i comitati vogliono ribadire.

Il Tar sul punto si era espresso rigettando il ricorso dopo aver analizzato la documentazione ed effettuato relazioni tecniche.

Nonostante questo continuano a ribadire i comitaitI: “In prima istanza si tratta di una zona allagabile, questo lo vediamo ogni qualvolta in questa strada cadono due gocce di pioggia. Inoltre, documentandoci, abbiamo visto che il PUC attualmente in essere vieta gli scavi oltre i due metri di profondità per evitare che il cuneo salino (la strada è a due passi dal mare) vada ad intaccare le falde acquifere, mentre un lavoro di questa portata penetra nel terreno per almeno sei metri”.

 Proseguono le due associazioni: “Nell’ottica di un futuro spostamento a monte della ferrovia, tutta l’area accrescerebbe le sue potenzialità turistiche, quindi verremmo a ritrovarci un nuovo lungomare, in posizione suggestiva, penalizzato da tutto ciò che comporta un impianto di questo genere in termini di miasmi, rumori, traffico gommato e altro. Senza contare la forte presenza di aziende agricole nel comprensorio, alle quali di certo non giova questo impianto per gli stessi motivi citati per le strutture turistiche. Per quanto riguarda i privati cittadini, le prime case sarebbero a 100 metri di distanza. A tal proposito, dalle nostre ricerche risulta che non sia mai stata fatta una VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Esiste un documento di questo tipo?”. Concludono le due associazioni: “La posizione all’estremo levante ingauno crea un disagio anche per portare il collegamento nella frazione di Vadino, che invece è all’estremo Ponente. Come pensa l’amministrazione di ovviare a questo problema? E le acque trattate per un comprensorio di oltre 30mila abitanti, non danneggeranno la fauna e l’ecosistema del nostro mare? Noi avevamo già presentato tre anni fa una relazione dell’ingegnere idraulico Michelangelo Aliverti di Pavia, nella quale mettevamo in luce tutti questi aspetti. Stanno quindi venendo al pettine tutti quei nodi che avevamo già segnalato con tre anni d’anticipo. E adesso all’aspetto ambientale si somma quello economico: questo impianto avrà costi faraonici, dell’ordine di 72 milioni di euro per i lotti 1 e 2, e ciò si riverserà sulle bollette sia dal punto di vista irriguo sia delle famiglie. Ciò andrà ulteriormente a penalizzare tanto i privati cittadini quanto i campeggi e gli agricoltori. Noi cerchiamo interlocutori a livello istituzionale con i quali si possa ragionare su dati concreti, non su aria fritta, analizzando insieme numeri e aspetti tecnici dimostrabili”.

Redazione

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