/ Politica

Politica | 26 settembre 2018, 14:36

Quale futuro per la cairese Italiana Coke? Il senatore Ripamonti lo chiede al MiSE

Il parlamentare leghista ha presentato una interrogazione per fare il punto sulla situazione dell'azienda di Bragno specializzata in lavorazione dell'acciaio

Quale futuro per la cairese Italiana Coke? Il senatore Ripamonti lo chiede al MiSE

Una interrogazione per chiedere quali siano i dettagli del nuovo piano industriale, patrimoniale, economico e finanziario prospettato dalla società, con particolare riferimento al pagamento dei debiti nei confronti dei creditori pregressi. Il senatore della Lega Paolo Ripamonti ha interrogato il Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali in merito al futuro dell'Italiana Coke situata a Bragno, frazione del Comune di Cairo Montenotte. 

Si legge nell'interrogazione del senatore savonese: "L'Italiana Coke, storica azienda della val Bormida è l'unica cokeria non integrata nel ciclo produttivo dell'acciaio presente in Italia ed è uno dei fornitori strategici dell'industria meccanica italiana: fonderie di ghisa, lavorazione di ferroleghe (freni per auto, tombini), nonché uno dei principali siti di riferimento per la fornitura di coke a livello europeo - spiega - l'azienda dà lavoro a circa 370 dipendenti diretti (comprendendo le società controllate e collegate Funivie SpA e Tafs Srl) e ad oltre circa 150 lavoratori dell'indotto. Inoltre, l'Italiana Coke svolge la sua attività produttiva in un'area depressa, oggetto di un recente accordo di programma tra istituzioni centrali e locali, e fra queste ultime è coinvolto anche il Comune di Cairo Montenotte". 

"Il futuro dell'azienda appare ancora oggi incerto per la mancanza di alcuni presupposti ritenuti necessari al raggiungimento di un consolidato risanamento. Il 18 marzo 2015 l'Italiana Coke ha presentato domanda di concordato in continuità e nel settembre 2015 la stessa ha depositato la propria proposta di concordato ed il relativo piano industriale. Il 20 novembre 2015 il Tribunale di Genova ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo, successivamente omologato. All'interno del piano concordatario è previsto un patto paraconcordatario, sottoscritto da Italiana Coke ma non ancora dalle banche". 

"Il passivo concordatario di Italiana Coke ammonta a circa 80,7 milioni di euro, dei quali 4,6 sono crediti privilegiati e 76,1 sono crediti chirografari; ad oggi risulta pagata solamente la parte dei crediti privilegiati - prosegue Ripamonti - sulla base del piano concordatario l'azienda avrebbe dovuto realizzare nel corso degli anni 2016 e 2017 un margine operativo lordo di circa 9,6 milioni di euro necessario per pagare i creditori chirografi con periodicità annuale a partire dal 30 giugno 2017. Il risultato economico ed il margine operativo lordo evidenziati dalla situazione patrimoniale ed economica al 31 dicembre 2017, seppure in miglioramento rispetto all'esercizio precedente, sono stati lontani dalle previsioni del piano concordatario". 

"Ad oggi non risulta ancora erogato il finanziamento da parte di Mediocredito Italiano SpA, necessario per pagare la prima tranche dei fornitori chirografari. Sembrerebbe che la società stia lavorando ad un nuovo piano industriale, patrimoniale, economico e finanziario che differirebbe sostanzialmente dal piano concordatario omologato, con particolare riferimento alle date dei riparti ai creditori chirografari" conclude Ripamonti. 

Alla interrogazione ha risposto il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Andrea Cioffi, evidenziando "che al momento, non è pervenuta al Ministero dello sviluppo economico alcuna richiesta da parte della società Italiana Coke volta ad individuare le misure per superare la difficoltà finanziaria prevalentemente connessa alla rilevante mole di ammortamenti legati alle opere di ambientalizzazione. La società ha la propria sede produttiva nel comune di Cairo Montenotte in provincia di Savona, il cui territorio è stato riconosciuto, nel 2016, area di crisi industriale complessa". 

"Di conseguenza - continua Cioffi - il 30 marzo 2018 è stato sottoscritto tra il Ministero dello sviluppo economico, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Liguria, la provincia di Savona e l'Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale, un accordo di programma per l'attuazione di un progetto di riqualificazione e riconversione industriale finalizzato al rafforzamento del tessuto industriale. Le risorse finanziarie disponibili ammontano a 20 milioni di euro a valere sulle risorse della legge n. 181 del 1989, da assegnare con uno specifico bando aperto il 2 luglio 2018 e chiuso il 17 settembre 2018". 

"In merito alla la domanda di concordato in continuità, presentata dalla società Italiana Coke, successivamente omologata dal tribunale di Genova - spiega Cioffi - il Ministero dello sviluppo economico ha acquisito elementi dal Ministero della giustizia, che ha riferito che al momento non risulta depositato, presso i propri uffici, un nuovo piano industriale e che in ogni caso un nuovo piano non potrebbe, in alcun modo, sovrapporsi o sostituire il piano concordatario, approvato dai creditori ed omologato dal Tribunale. La stessa Amministrazione interpellata ha specificato che "dalle relazioni dei Commissari, già comunicate a tutti i creditori e, presumibilmente in possesso anche della banca delegata per la valutazione del merito creditizio, si può evincere che - con ogni probabilità - nel nuovo piano dovrà essere previsto lo slittamento delle date dei riparti dei creditori chirografari e che una parte dei fondi - successivamente all'incasso del futuro finanziamento da parte del Ministero dello sviluppo economico e della Cassa depositi e prestiti - dovrebbero essere destinati a finanziare la continuità, quanto meno per gli eventi imprevisti". Questa previsione comporta, peraltro, che il nuovo piano, appena definito, dovrà essere accettato da tutti i creditori delle varie classi, comprese le banche - conclude Cioffi Il Ministero dello sviluppo economico terrà comunque conto degli eventuali avvenimenti futuri riguardanti la società Italiana Coke ed aggiornerà, ove richiesto, la Commissione". 

In sede di replica, il senatore Paolo Ripamonti si è dichiarato soddisfatto della risposta ricevuta, invitando il Governo a mantenere alta l'attenzione sulle sorti della società Italiana Coke, anche in considerazione dei risvolti occupazionali, direttamente e indirettamente, connessi alla sua attività.

Redazione

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium