/ 

| 24 settembre 2018, 18:00

Sestri, lo scandalo del ponte di via Giotto

Lavori in ritardo da mesi. Così il traffico in via Manara è ancora più congestionato. Il consigliere comunale Stefano Bernini: “Il sindaco deve fare la voce grossa, il Ponente non può più tollerare”. Le opere strutturali sono pronte, mancano i sottoservizi. “Le aziende andavano sollecitate”

Sestri, lo scandalo del ponte di via Giotto

Nell’Italia delle liti, dei veti incrociati, della burocrazia, delle schermaglie politiche, il Ponte Morandi è solo l’ennesimo simbolo d’immobilismo. A Sestri Ponente c’è un ponte che, per quanto infinitamente più piccolo, è in ritardo da moltissimi mesi e, ora come ora, sarebbe invece fondamentale per alleggerire il traffico della zona.

In via Giotto, anni fa, fu demolito il caseggiato che, negli anni Sessanta, venne costruito in maniera azzardata e improvvida sul letto del torrente Chiavaragna. Dopo la disastrosa alluvione del 2010 in delegazione, venne deciso che quel manufatto doveva essere buttato giù, per agevolare il più possibile lo scorrere delle acque.

Contestualmente, i due ponticelli di via Giotto e via Luciano Manara sarebbero stati rifatti, con notevoli rinforzi rispetto al passato. Mentre il secondo è terminato (e c’è da dire meno male, visto che oggi via Manara è senza dubbio la più trafficata di Genova, facendo parte dell’anello di raccordo tra casello di Genova Aeroporto e strada a mare), il primo è lì, in attesa del suo destino.

In ritardo di oltre sei mesi. Con conseguenze già gravi a suo tempo e gravissime dopo il 14 agosto.

Una volta, i veicoli provenienti da via Chiaravagna (e non sono pochi, visto che su questa strada transitano anche parecchi mezzi pesanti), arrivati all’incrocio con via Giotto, potevano girare a destra per prendere via Hermada, o entrare in Sestri Ponente attraverso piazza Aprosio.

Ora, con l’obbligo di svolta a sinistra, essendo il ponte chiuso, vanno tutti a finire nell’anello di via Manara. Tutti: i veicoli che escono a Genova Aeroporto e sono diretti verso il centro. Quelli diretti verso ponente. Quelli di via Chiaravagna. Quelli delle alture.

Basta così? No, perché a complicare il quadro c’è anche la chiusura in un senso di marcia di viale Canepa. Così anche quei veicoli che un tempo scendevano dal viale per ritrovarsi nel centro di Sestri, oggi finiscono nell’anello ‘maledetto’. Viene mal di testa solo a leggere questo articolo. Figuriamoci a chi, in auto, percorre questa zona tutti i santi giorni.

Stefano Bernini, consigliere comunale del Partito Democratico, per anni presidente del Municipio Medio Ponente, politico di lunghissimo corso, ha chiesto lumi nel corso dell’ultima seduta in sala rossa, attraverso un’interrogazione a risposta immediata (ex articolo 54). “Il ritardo nei lavori al ponte di via Giotto è gravissimo, perché comporta una viabilità ancor più congestionata, per giunta davanti a un istituto scolastico frequentato da centinaia di ragazzi”.

E dove, in passato, c’è stato anche un morto: un ragazzo il cui zaino fu agganciato da un camion in manovra. “Questa strada è molto pericolosa. Ci sono sempre più incidenti al giorno. Quand’è che il sindaco vorrà fare un po’ la voce grossa? Mi sembra che sia giunto il momento, perché questi ritardi non sono più tollerabili. Mentre sulla strada a mare è stata data una notevole accelerata, io chiedo che lo stesso avvenga anche qui”.

A rispondere a Bernini, in assenza dell’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Fanghella, è stato il suo collega Stefano Garassino: “Rispetto al cronoprogramma, l’appaltatore è in ritardo di circa tre mesi, determinato sia dalla necessità di rivedere, in corso d’opera, le modalità di esecuzione delle opere di fondazione sia dai lavori di posa delle linee dei gestori di telefonia. I lavori dovrebbero terminare nei primi mesi del 2019. Ma allo studio c’è la soluzione di riaprire, dopo i lavori di Telecom che dovrebbero terminare alla fine di ottobre, la porzione già realizzata del ponte, in modo da alleggerire il traffico discendente da via Chiaravagna”.

Il problema, quindi, sono i sottoservizi: “E’ inaccettabile - sostiene Bernini - perché non stiamo parlando della parte strutturale, già pronta, ma di quella dei cavi. Le aziende andavano sollecitate in maniera perentoria. Invece questo non è stato fatto. Ma possibile che non ci si renda conto delle difficoltà estreme che sta vivendo il Ponente? Possibile che a nessuno sia venuto in mente di chiedere tempi più rapidi? Bisogna proprio che intervenga il sindaco, e che lo faccia immediatamente”.

Garassino si è sbilanciato sui tempi, e questo ormai è diventato un azzardo, per ogni cantiere di cui si parli. L’unica certezza è che il ponte di via Giotto serve come il pane. E che sono cinquanta metri scarsi. Non stiamo parlando né del Morandi né del Golden Gate. Forse un po’ più di riguardo sarebbe stato d’uopo. 

Alberto Bruzzone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium