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| 21 settembre 2018, 10:00

Birra: arriva anche in Liguria quella alla cannabis

Il merito dell'importazione della "bionda" tedesca col 5% di olio di canapa sativa è di Elvira Ackermann, biersommelier, socia delle enoteche Squillari di Genova e presidentessa dell'associazione "Donne della birra". Che sapore ha? Segui l'intervista (VIDEO)

Birra: arriva anche in Liguria quella alla cannabis

L’etichetta con la foglia la rende inconfondibile. Infatti è una bionda, al 95% a base di malto d’orzo, con un luppolo e acqua di sorgente, ma con l’aggiunta di un ingrediente particolare: 5% di olio essenziale di canapa sativa. Insomma, è una birra a base di cannabis. Tutto d’agricoltura biologica, e prodotta in un’abbazia tedesca, in Franconia, dal 2001. Adesso si trova anche in Liguria e a Genova, per la prima volta.

L’idea di importare questo particolare tipo di birra, “The Cannabis Club Sud” (dalla gradazione bassa, formato classico da 0,33 l. e lo slogan: “Don’t drink and dive”), è venuta non a una persona qualsiasi incuriosita dal prodotto, ma da una che di birra se ne intende davvero. Elvira Ackermann, tedesca, che abita a Genova da molti anni, unica biersommelier ligure, e socia di Squillari, storica enoteca con tre punti vendita a Genova (a Sampierdarena, Sestri Ponente e Albaro). Senza contare che è anche la presidente della prima associazione d’Italia di donne “Le Donne della Birra”, che riunisce birraie e appassionate.

Come ti è venuta l’idea della birra alla cannabis?

Tutto è nato dal fatto che un cliente del Centro Storico mi ha chiesto se abbiamo la birra alla cannabis. Allora ho fatto una ricerca, ne ho trovate diverse e ho scelto questa che proviene dalla Germania, che ovviamente ha una buona tradizione birraia. È prodotta in un’abbazia storica, che la propria sorgente ed è certificata per i prodotti bio. Ho preferito una birra chiara, che nel mercato italiano va di più, con gradazione alcolica bassa, di 4.9 gradi. Adesso la importo e la rivendo all’ingrosso in Italia e al dettaglio.

Che tipo di birra è?

Essendo una birra erbacea, perché deriva dalla canapa, che sa un po’ di fieno secco, all’inizio ha un lieve sapore amarognolo, ma poi arriva il fruttato di melone e limone e di miele, che la rendono una birra estiva, dissetante, fresca. Inoltre è senza additivi e adatta a tutti.

Con quali alimenti si abbina meglio?

Si può abbinare ad antipasti e stuzzichini, a cibi con verdure, come frittata alle erbe e ripieni genovesi, o pasta con verdure. Va bene, oltre che come aperitivo, anche nella cosiddetta “session beer”, cioè una birra da bere mentre si sta facendo altro, senza che la birra sia la protagonista assoluta.

Questa birra è certificata?

Certo, noi siamo certificati sia in Germania che in Italia. Certificato garantisce che non contiene una percentuale superiore allo 0,6 di Thc, che è il livello consentito dall’Unione Europea. In Italia non c’è ancora una legge precisa sulla commercializzazione della cannabis e sembra che Salvini vorrebbe abbassare allo 0,2 la soglia per chi commercializza i prodotti a base di cannabis. Ma attualmente la legge esiste solo in Germania, Svizzera e Belgio, per quanto riguarda la commercializzazione. Per la coltivazione è un’altra cosa, ovviamente. Ci sono socie dell’associazione, per esempio, che coltivano la cannabis facendo la loro birra alla canapa nelle Marche. Noi siamo certificati da Cqsa, che lo fa a livello mondiale. Questo è importante ed è un valore aggiunto.

L’associazione sta acquisendo sempre più importanza e socie.

Sì, le socie de “Le Donne della Birra” ormai sono 140 in tutta Italia, e in ogni regione abbiamo delle “ambasciatrici”, cioè delle responsabili, che oltre a essere un riferimento per le donne che vogliono iscriversi o avere delle informazioni, organizzano eventi e corsi. Le mastro birraie professioniste sono in aumento, e già sono 23, tanto che è stato chiesto che l’associazione diventi di categoria, come “Le Donne del Vino”. Ma in questo modo le appassionate sarebbero escluse.

Avete in mente la creazione di qualche birra particolare?

Sì, tutte insieme le mastro birraie hanno vogliono fare una “collaboration beer”, cioè una birra in collaborazione, brassata dalle donne birraie e poi commercializzata. Si tratta di un’usanza tra birrai, perché non esiste la competizione come tra le aziende vitivinicole. Già altri birrifici hanno deciso di farlo insieme, ma per la prima volta lo fanno le donne.

Invece la birra alla canapa dove si può acquistare?

Si trova nei nostri negozi Squillari e in altri due negozi del centro, un panificio-focacceria di Via San Luca e il chiosco di Principe. E poi a La Spezia. Altrimenti si trova nelle grandi città come Milano, Bologna e Roma, ma in Liguria e Genova solo noi la importiamo.

 

 

 

 

Medea Garrone

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