Il porto di Genova è il più importante non solo d’Italia, ma d’Europa. Migliaia sono le persone che sbarcano quotidianamente in città. Così come avviene, sebbene con numeri diversi, in aeroporto. Più sono le persone straniere che sbarcano o atterrano e maggiori sono i controlli che gli agenti di Polizia preposti devono effettuare. Se manca il personale o lavora in condizioni non adatte, il rischio è per tutti. Questa è la denuncia del sindacato di Polizia Siap.
“Da tempo abbiamo messo su una vertenza – spiega Roberto Traverso, segretario provinciale Siap - ritenendo ci sia carenza di personale. Essendoci dei servizi di controllo di persone provenienti da Paesi extra Schengen, bisogna mettere in atto procedure di controllo specifiche. Questa situazione si sta protraendo da tempo”.
Infatti il sindacato si è messo in moto da mesi, ma chi non ha dato risposte è il Ministero con la Direzione Centrale Immigrazione e Polizia delle Frontiere del Dipartimento di Polzia: “La dirigenza della Polizia di frontiera di Genova, sia di porto che di aeroporto, strutturalmente dipende da Torino, che controlla il Nord-Ovest, e le nostre rimostranze sono state recepite dal dirigente di frontiera di Genova, Manso, e condivise dal collega del Piemonte, Cavallo. Anche il Ministero è stato informato, ma non ha risposto”.
Il che significa che gli agenti continuano a lavorare con difficoltà, sia per carenza di personale sia per inadeguatezza logistica del porto. Infatti “La componente privata del porto, Stazioni Marittime, non ci mette in condizioni di poter lavorare come si deve – precisa Traverso -. Per esempio manca anche il numero di gabbiotti adeguati, a differenza del porto di Ancona, oltre che di personale. E quando arrivano 3 mila o 4 mila persone che sbarcano da una nave, la difficoltà a fare i controlli è oggettiva. La Sif, il sistema di investigazione informatico, ti obbliga a siffare, come si dice in gergo, tutti gli arrivi, il che comporta un carico di lavoro enorme”.
E questo avviene anche di notte, facendo un lavoro straordinario non concordato.“Da noi ci vogliono deroghe di orario di lavoro, perché in orario ordinario non si riesce a svolgere quest’attività. Noi non firmeremo le deroghe per dare un segnale chiaro, anche perché ultimamente stanno facendo lavorare di notte i poliziotti in orari nemmeno concordati: non ci sono i numeri per fare il turno continuativo di 24 ore. Quando le compagnie di navigazione hanno interesse ad arrivare di notte per scaricare meglio con il porto vuoto, ci fanno lavorare in quell'orario senza che sia contrattualmente previsto”.
Dunque il 20 settembre, giorno della riunione per le deroghe, il Siap (che su circa 2200 poliziotti provinciali, conta 500 iscritti, con oltre il 23% del totale) non firmerà: “Perché in gioco c’è la sicurezza dei nostri lavoratori e del porto – conclude Traverso - E non possiamo sottovalutare la funzione svolta dalla Polizia di frontiera per la sicurezza di Genova e dell’Europa, vista l’importanza del nostro porto. E anche dell’aeroporto, dove ora atterrano anche voli provenienti da Israele, su cui si devono fare controlli specifici. Quindi prenderemo posizioni chiare e confermiamo lo stato agitazione della categoria che il Siap aveva annunciato prima del drammatico crollo del ponte Morandi”.