- 12 settembre 2018, 13:51

Crollo ponte, spunta l'ipotesi alternativa alla demolizione totale

L'ingegnere Gabriele Camomilla ha rilasciato una significativa intervista al settimanale Oggi: "I 500 metri di viadotto del Ponte Morandi che sono appoggiati sui piloni a V sono recuperabili e non andrebbero demoliti"

La porzione del ponte Morandi attualmente sostenuto dai due piloni superstiti dopo il crollo del 14 agosto potrebbe essere recuperata, riportando il viadotto alla piena funzionalità ricostruendone solo 200 metri: questo lo scenario descritto dall'ingegnere Gabriele Camomilla al settimanale Oggi, al quale ha rilasciato una interessante intervista.

Camomilla, esperto di manutenzione di strade e viadotti, spiega: "I 500 metri di viadotto del Ponte Morandi che sono appoggiati sui piloni a V sono recuperabili e non andrebbero demoliti". Per l'ingegnere la decisione di abbattere tutto è stata presa in fretta e furia sulla spinta dello shock successivo al collasso del ponte: "Il viadotto sul Polcevera è lungo 1.181 metri. I 500 metri di viadotto che sono appoggiati sui piloni a V: sono certo che siano recuperabili. Perché demolirli? Chi vuole buttare giù tutto risponde a un'onda emozionale e non alla razionalità".

"Anche il pilone strallato numero 11, che nel 1992 rinforzai con cavi esterni - aggiunge Camomilla - si può di sicuro recuperare. Rimane in dubbio solo il pilone 10". Camomilla poi ha mostrato forte sfiducia verso il progetto presentato da Renzo Piano presso la regione Liguria: "Ammiro Renzo Piano, ma non ha progettato un ponte, ha progettato dei lampioni". Altrettanto caustico il giudizio sulla prospettiva di affidare i lavori di ricostruzione a Fincantieri: "Per carità, bravissimi, ma fanno navi, mica ponti".

RG