- 07 settembre 2018, 10:35

Credere, disobbedire, combattere: la disobbedienza civile per migliorare il mondo

Presentato l'ultimo libro di Marco Cappato a Palazzo Ducale: una riflessione sull'opportunità di riscoprire la disobbedienza alle leggi ingiuste per promuovere i diritti negati, partendo dall'esperienza militante dell'autore (FOTO e VIDEO)

Eutanasia, diritti del mondo Lgbt, antiproibizionismo, libertà di ricerca scientifica, sono alcuni dei temi intorno ai quali si è sviluppata la battaglia politica di Marco Cappato, oltre che lo spunto narrativo e di riflessione che sostiene l'ultimo libro del militante radicale, ed esponente dell'associazione Luca Coscioni, intitolato "Credere, disobbedire, combattere".

Focus centrale del libro è la disobbedienza civile, o meglio la necessità di farsi carico della responsabilità di problematizzare le leggi che regolano le nostre vite, e di violarle quando queste negano dei diritti. Abbiamo chiesto a Marco Cappato quale sia oggi il senso di richiamare la centralità della disobbedienza civile in un tempo in cui una diffusa disillusione nei confronti della politica e dell'impegno civile sembrano comuni alla maggior parte delle persone.

"Quando ci sono leggi che producono sofferenza e violenza - spiega Cappato - come sull'eutanasia o sulle droghe, oppure quando le norme impediscono la ricerca scientifica, vanno violate assumendosene la responsabilità, per creare nuove libertà. Questa è la ragione per cui sono sotto processo - rischiando da 5 a 10 anni di reclusione - per aver accompagnato Dj Fabo in Svizzera. Questo è il metodo con cui da anni cerchiamo di superare l'approccio proibizionista in tema di droghe, che fa tanto comodo alla mafia, ed è lo stesso metodo con cui cerchiamo di aprire anche in Italia alla ricerca su importanti malattie come il parkinson, alzheimer, bloccata dal veto sulle staminali e sul genoma".

Cappato spiega poi come si articola la narrazione in "Credere, disobbedire, combattere: "Sono partito dagli atti di disobbedienza che ho personalmente compiuto, dagli arresti di cui sono stato vittima. Si parla del mio arresto a Mosca in occasione di un gay pride, di antiproibizionismo e di rivoluzione tecnologica. Questo punto di partenza è servito a parlare di temi intorno ai quali occorre creare nuovi spazi di libertà: forse non si tratta di questioni in cima all'agenda politica ufficiale del paese, ma io credo che dovrebbero esserlo". "La politica - conclude Cappato - non può essere ridotta solo a scontri di potere, ma bisogna partire dal rispetto e dal riconoscimento di diritti e libertà individuali".

CR