- 01 settembre 2018, 09:53

Crollo ponte, Valle Stura: "Noi pendolari della Linea C tagliati fuori"

Il gruppo di "Pendolari della Lina C" manifesta i disagi cui andranno incontro dal 3 settembre i lavoratori che dalla Valle Stura dovranno recarsi nel centro di Genova: tagliati i collegamenti Atp, stanno organizzando il "car pooling"

Da lunedì 3 settembre ai pendolari della Valle Stura non verrà più garantito da ATP il collegamento diretto con il centro di Genova.

A causa della evidente ed indiscussa necessità di limitare il traffico su gomma verso il centro dopo la caduta del ponte Morandi e le conseguenti modifiche della viabilità le “corriere della Linea C” che da anni trasportavano centinaia di lavoratori e studenti si fermeranno a Genova Pra’.

I pendolari della Valle Stura, soprattutto di Masone e Campo Ligure, che potevano contare su un collegamento Atp rapido ed efficiente con il centro di Genova e ritorno (via autostrada per e da Pra’/Pegli e poi transito in città con numero di fermate ridotto) dovranno a partire da lunedì utilizzare una volta giunti a Genova Pra’ i mezzi dell’Amt o di Trenitalia.

Presentando al Comune di Masone il titolo di viaggio che dava diritto a raggiungere il centro città (50 euro di abbonamento + 20 euro di supplemento autostrada) pare confermato che i pendolari riceveranno un abbonamento che consenta loro di utilizzare i mezzi Amt (non è chiaro se anche quelli di Trenitalia).

Resta urgente e irrisolto per i pendolari (soprattutto per i lavoratori che devono “timbrare” alle 7,30 e alle 8,00) il problema, che ancora non è stato recepito né de Atp né dalle Autorità Locali, di raggiungere il posto di lavoro in tempo. Con il nuovo sistema di trasporto integrato infatti i lavoratori oltre a dover passare da un mezzo all’altro dovranno anticipare le rispettive partenze per evitare che un ritardo di soli cinque minuti possa far perdere coincidenza con il mezzo successivo e dovranno comunque prevedere tempi di attesa e spostamento per potersi passare da un mezzo ad un altro.

Disagio non da poco per chi già da anni punta la sveglia tutti i giorni alle 6,00 e che d’ora in poi dovrà non solo svegliarsi alle 5,00 ma soprattutto cambiare 3 mezzi per percorrere 35 km (all’uscita dal lavoro stessi disagi per percorrere percorso inverso). Pare evidente che le decisioni prese da Atp ed Enti Locali sono state prese senza tenere conto che chi lavora non può sostenere quei ritmi a lungo e che trasbordi e cambi (peraltro verso una tratta Amt e/o Trenitalia molto trafficata e già ai limiti della criticità) risultano particolarmente pesanti per chi arriva da un entroterra già penalizzato e già soggetto a criticità atmosferiche.

Ben consci delle difficoltà che la Città di Genova tutta sta affrontando dopo il drammatico crollo di ponte Morandi e nel pieno rispetto del dolore delle famiglie che hanno perso i loro cari e le loro abitazioni, i pendolari della Valle Stura con estrema “razionalità e lucidità” si interrogano sul senso che ha il limitare le corse delle “corriere” da 40 /50 posti quando viene consentito l’accesso e il transito in città a migliaia di auto con una sola persona a bordo. Pur non comprendendo il senso di tale decisione molti lavoratori si stanno comunque adeguando e stanno prendendo accordi tra loro per raggiungere la città in auto.

Piccoli gruppi stanno verificando costi e tratte per creare un una piccola rete di trasporto privato che vada a sostituire il servizio pubblico

"E forse - sostengono i "Pendolari della Linea C" - da tempo a questo, per ragioni economiche che mal si conciliano con il servizio pubblico, voleva arrivare Atp a prescindere dai drammatici fatti di agosto… ma questa è un’altra storia".

rg