- 27 agosto 2018, 14:34

Crollo ponte, 'zona rossa': incertezza per la collocazione delle aziende

Ferrometal e San Giorgio Seigen: "Non siamo nemmeno nell’ordinanza, a nessuno importa dei nostri dipendenti"

Una nuova ordinanza comunale ha ridefinito i confini della zona rossa, stabiliti dopo il crollo di ponte Morandi, per permettere anche la riapertura delle aziende coinvolte nella tragedia e costrette finora a bloccare l'attività.

Ma secondo la Camera di Commercio di Genova ci sono dubbi e preoccupazioni: c'è infatti chi teme che la propria azienda venga coinvolta nella demolizione completa del ponte, e quindi chiede se è possibile procedere al recupero dei propri materiali, e chi desidera essere inserito nella zona rossa. Le richieste di inclusione provengono per lo più da titolari di aziende con locali magari a poche decine di metri da quelle che, per il momento, sono da considerare perimetrazioni provvisorie.

"Le preoccupazioni - spiega la Camera di Commercio - sono fortissime. Bisogna però attendere l'ordinanza che definirà con precisione i confini delle varie zone".

Sono circa cinquanta, infatti, le richieste di informazioni arrivate ai centralini della Camera di Commercio di Genova, nel quadro del servizio di prima assistenza e orientamento allestito da Regione, Città Metropolitana, Comune e Protezione Civile insieme alle associazioni di categoria.

Alle imprese saranno riconosciuti, oltre ai danni diretti, anche quelli indiretti, relativi fra l'altro al mancato guadagno e agli aumenti dei costi di trasporto. Le percentuali saranno stabilite in base base alla perimetrazione delle aree.

Polemiche, invece, alcune aziende, come Ferrometal e San Giorgio Seigen: "Non siamo nemmeno nell’ordinanza, a nessuno importa dei nostri dipendenti".

 

Ci sono anche i commercianti di Certosa, che segnalano una flessione quasi totale della clientela.

rg