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| 25 agosto 2018, 10:32

Crollo ponte, Brencich: "Non potevamo chiuderlo"

Brencich dopo le dimissioni dal Mit: "Le carte che avevamo mostravano degrado ma non da far tremare nervi"

Crollo ponte, Brencich: "Non potevamo chiuderlo"

A seguito delle dimissioni rilasciate spontaneamente due giorni fa dal Mit, l’ingegnere Antonio Brencich spiega sia i motivi per cui era stato inserito nella commissione tecnica del Ministero per ponte Morandi, sia le ragioni per cui ha deciso di abbandonare l’incarico.

"La questione del verbale di febbraio sul progetto di Autostrade per ponte Morandi credevo fosse la ragione del mio inserimento nella commissione ministeriale: conoscevo già gli aspetti che il concessionario aveva fatto conoscere, insomma non partivo da zero. Invece è finita prima al centro del dibattito mediatico, e lo è ancora, poi è entrata nell'arena politica, a quel punto era evidente che si sarebbe riflessa sulle indagini e ho deciso di fare un passo indietro per dare modo alla commissione di operare con serenità. Nessuna incompatibilità ma una questione di opportunità".

E riguardo al crollo del ponte afferma: “C'erano le prove sui materiali che indicavano un degrado dall'8 al 16 per cento, un dato che merita attenzione ma di per sé non fa tremare i nervi. Ci siamo posti la domanda su quale poteva essere l'effetto ma Autostrade aveva fornito un calcolo in cui diceva di aver ridotto la sezione degli stralli e aver scoperto che, rispetto al massimo carico, c'era ancora un margine ulteriore di oltre il 20 per cento. Oggi - conclude - è evidente che qualcosa non ha funzionato ma è quello che era scritto nelle carte che avevamo".

rg

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